Recensione: Beyond the Glimpse of Dreams

Di Emanuele Calderone - 25 Settembre 2008 - 0:00
Beyond the Glimpse of Dreams
Band: Kekal
Etichetta:
Genere:
Anno: 1998
Nazione:
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73

Incredibili. Una delle bands più camaleontiche mai esistite nel mondo del metal, capaci di evolvere il proprio sound ad ogni release sino a risultare una band del tutto diversa da quella degli albori. Sto parlando dei Kekal, band indonesiana molto probabilmente sconosciuta ai più, nata nel 1995 e che in poco più di 13 anni è riuscita a dar vita a sette piccoli gioielli purtroppo ignoranti da gran parte del pubblico e della critica.
Fautori di un metal estremo e fortemente sperimentale, questi giovani indonesiani capitanati a suo tempo dallo screamer Harry, fecero il loro primo passo nell’industria musicale nell’oramai lontano 1998 con questo “Beyond The Glimpse Of Dreams”. Fin dalle prime note dell’opener “Rotting Youth”, questo disco mette in chiaro l’intento del gruppo, ossia quello di risultare violenti, ma anche innovatori e sperimentatori, giocando con sonorità ora elettroniche ora progressive (specie per quel che riguarda alcune aperture melodiche), mantenendo però sempre viva la vena black metal, punto di partenza per il trio.

Suddiviso in 10 episodi, per un totale di poco più di 50 minuti di musica, questo “Beyond The Glimpe Of Dreams” si rivela un vero e proprio insieme di influenze musicali. Passando ora per il black metal melodico di pezzi come “Deceived Minds” o “Behind Those Images”, vere e proprie mazzate basate su ritmiche velocissime, accompagnate da riffs che girano ossessivamente, per passare a canzoni dal retro-gusto thrash/death come “Reality”, nella quale la voce di Harry si muove prima su un growl profondo ma non troppo aggressivo, per poi tornare a muoversi sullo scream nel quale si trova decisamente più a suo agio.
Tra i brani più riusciti ma anche più atipici risulta impossibile non citare la recitata “Escaping Eternal Suffering”, che si attesta su ritmiche decisamente più dilatate e rilassanti: in questo caso sono le tastiere e la voce di Harry a diventare vero fulcro del pezzo. Nel brano il cantante si cimenta oltretutto in parti pulite che, pur non essendo particolarmente brillanti, finiscono per risultare convincenti ed adatte al pezzo. Ancora tra gli highlights figura l’ultima “My Eternal Lover”, delicatissima e dal forte sapore psichedelico sulla cui base si adagia una flebile voce femminile capace di ammaliare l’ascoltatore con le sue tonalità estremamente suadenti ma allo stesso tempo dolci.

Tirando le somme ciò che maggiormente colpisce all’ascolto dell’album non solo è la tecnica esecutiva del trio, davvero eccezionale e esposta sempre con gusto e misura, ma anche e soprattutto la capacità di sperimentare. I Kekal mostrano una maturità compositiva davvero di primo piano e una capacità di costruire atmosfere e melodie in totale contrasto che accostate tra loro riescono comunque a dare quell’armonia ai pezzi, che solo in pochissimi casi finiscono per risultare forzati (forse “The Conversion” è l’unica in cui il gruppo “scade” nell’esagerazione, accostando il duetto scream/voce femminile, che su una base black come quella della canzone, stride in maniera eccessiva).
Tra i pochi, veniali difetti che si possono trovare all’interno del platter quello che risalta maggiormente all’orecchio è la pessima qualità di registrazione che ogni tanto affoga il suono degli strumenti, facendoli risultare alla fine poco puliti e chiari. Inoltre la voce femminile non sempre risulta perfettamente integrata con la musica, ma comunque ciò che abbiamo davanti è un debutto di qualità davvero molto alta, che ci offre ottima musica, ben suonata e che saprà accontentare sia i fan accaniti dei primi Dimmu Borgir e Cradle Of Filth per quel che concerne la faccia più estrema del gruppo, sia tutti coloro che dalla musica cercano quella raffinata atipicità che non tutti i gruppi sono in grado di garantire.
 
Tracklist:
01) Rotting Youth
02) Armageddon
03) Spirits
04) Decieved Minds
05) The Conversion
06) Behind Those Images
07) Reality
08) Escaping Eternal Suffering
09) A Day That Hatred Dies
10) My Eternal Lover
 
Emanuele Calderone

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