Recensione: Bigditch 4707
I Rain sono un gruppo italiano non molto noto nella nostra scena, eppure sono attivi dai lontani anni 80 suonando un heavy metal
semplice e classico. Ci sono molte band che pullulano la scena underground italiana, tra cui alcune cui molto valide. In queste
ultime ci sono certamente i bolognesi Rain che con il loro ultimo lavoro danno prova a tutti delle loro ottime capacità musicali e
compositive.
“Bigditch 4707” è certamente un album che merita di essere conosciuto ed ascoltato e merita di emergere
da quell’underground troppo buio in cui troppe band versano. Con questa release ci troviamo di fronte ad un lavoro di chiaro
stampo heavy metal con molte influenze hard rock e qualche fantastico tocco di blues. L’album già dalla confezione si presenta
molto bene, con tanto di cd multimediale contenente biografia della band e materiale vario, ma la cosa che ci interessa è la musica,
e partiamo allora subito con l’analisi della prima traccia che ascolteremo.
Odissey da già da subito un’ottima
impressione del disco facendoci ben sperare per le canzoni successive, ed infatti Last Race non smentisce le impressioni
avute. Da notare subito l’ottima interpretazione del cantante Troncone che tecnicamente non sarà eccelso (specialmente nelle note
alte) ma sopperisce a questa piccola mancanza cantando con grande feeling, cosa sempre molto importante in un vero “heavy
metal singer”. Ed infatti la voce non è mai limpida e cristallina, ma graffiante ed energica trasmettendo all’ascoltatore una certa
carica “musicale”, sensazione che oggigiorno sempre meno cantanti riescono a trasmettere. Anche la produzione è buona, e riesce a rendere gradevole l’ascolto delineando bene il sound dei vari strumenti e senza far perdere allo stesso quel clima “anni 80” tanto caro alla band.
Tornando all’album è ora la volta
di Still Alive, a mio aprere uno dei brani più riusciti del lavoro, una semi ballad carica di pathos, dove un chorus davvero
riuscito accompagna le melodie e la calda voce del singer creando un’atmosfera davvero bella. La prova dei musicisti inoltre è
ottima sia a livello compositivo che esecutivo ed il duo chitarristico Tattini/Amorati è sempre impeccabile in ogni situazione.
D’effetto la successiva Halt con un’intro di maideniana memoria, caratterizzata da potenti ed energici cori e riff granitici
per un assolo impeccabile, un’ottima fast song. E non sfigura affatto nemmeno la seguente Welcome Back che mi riporta
alla mente ricordi tratti da Pile Of Skulls, specialmente nel chorus che sembra estratto da una session dei Running Wild, ottima
impressione. Heavy Metal è un “inno” che non poteva certamente mancare in questo album e che dimostra a tutti la
passione e l’amore che i Rain nutrono per la nostra musica. Ottima l’impressione anche della successiva Little Devil un
altro pezzo forte dell’album, impermiata di atmosfere di blueseggiante rock alla più classica maniera tipicamente “Ac/Dc”. L’album
continua con il susseguirsi di altri due brani, forse leggermente sotto la media delle precedenti canzoni, parliamo di
Network e The Gate, gradevolissimi brani preludio per l’ultimo pezzo del lavoro, una ballad di notevole effetto e
profondità, e così End Of Time si snoda su tristi arpeggi, grande voce, carico chorus e ottima melodia. Bello il refrain che
entra in testa già dai primissimi ascolti. Un altro pezzo forte del lavoro, ancora una volta…complimenti Rain.
Per
concludere questo lavoro non deluderà tutti i defenders, e poi considerato anche il prezzo a cui viene venduto, allora non posso che
vivamente consigliarlo. Non lasciatevi sfuggire questo ottimo album di sano heavy metal targato “Italia”.
L’album puù
essere acquistato tramite il sito ufficiale della band (www.raincrew.com).
Tracklist:
1. Odissey
2. Last Race
3. Still Alive
4. Halt
5. Welcome Back
6. Heavy Metal
7. Little Devil
8. Network
9. The Gate
10. End of Time