Recensione: Bio-Death
“Bio-Death” è l’esordio discografico della thrash metal band italiana Chaos Theory. Nata nel 2009 dalla volontà congiunta del chitarrista Giovanni Spagnolli e del batterista Michele Finadri, la band propone un thrash metal molto curato a livello compositivo, nonché attento alle melodie che riescono a caratterizzare la personalità di questa prima loro pubblicazione. Pubblicazione che, a differenza di molte altre band contemporanee, avviene subito sotto l’egida di una etichetta importante e molto attiva quando si tratta di selezionare la qualità del proprio roster ovvero la Massacre Records.
Quello che colpisce maggiormente di questa mezz’ora di thrash metal è la maturità con cui la band s’esprime. Ci confrontiamo infatti con un lotto di brani molto ricco a livello di arrangiamenti, valevole per quanto riguarda le sezioni soliste e compatto e convincente a livello di sezione ritmica. Una sezione ritmica non costantemente sparata a mille con il solo scopo di investire l’ascoltatore, ma ben dosata così da catturare l’attenzione su strutture compositive curate, pur lascinado campo libero al coinvolgimento selvaggio. Non è quindi dozzinale la dichiarazione delle ispirazioni principali del combo trentino. La loro storia e le loro passioni musicali affondano le radici nei grandi capolavori del presente e del passato di band quali Annihilator, Metallica, Slayer, Megadeth, Evile, Warbringer, Nevermore, Judas Priest e il risultato di sente. Le sfumature speed metal sono perfettamente integrate agli aspetti più arcigni di chiara matrice thrash statunitense, specialmente ‘East Coast’. Il tutto è sfumato dai classici ingredienti dei più gustosi platter thrash moderni quali ad esempio un mosh ‘pungente’ piuttosto che un pizzico di metal tendente all’estremo a garantire una notevole dose di aggressività che, tempo addietro, veniva garantita dall’hardcore classico. Riscontriamo dei limiti a livello di dinamica ed espressività vocale, ma non escludiamo sia una pura percezione di gusto personale, nonché a livello produttivo. È infatti la gamma dei suoni ad appiattire il sound. Sopratutto per ciò che riguarda il missaggio della batteria, non possiamo che evidenziare dei suoni asettici e piatti, freddi con il ghiaccio quando, sopratutto in questo ambito musical-artistico, è necessario che le mazzate alle pelli emergano in tutta la loro sofferenza.
Questo è “Bio-Death”. Un esordio convincente che pone sul mercato una band dal potenziale sopra la media di cui qualcuno s’è già accorto. Ottimo l’aspetto compositivo e brillante la gamma di idee perfettamente realizzate in questi dieci brani, ma ci sentiamo di evidenziare una parco suoni mediocre finalizzato, probabilmente (ipotizziamo), a render compatto un disco che si sarebbe espresso molto meglio con un po’ più d’attitudine grezza, quella che richiama l’eco della sudata sala di registrazione. Per il resto: ci siamo! Esordi del genere non capitano nelle mani tutti i giorni. Se queste sono le premesse…
Nicola Furlan
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Tracce:
01. Faith – 03:07
02. Virus – 03:11
03. Dawn of Death – 02:39
04. Carnage – 03:01
05. Bio-Death – 02:35
06. Chokers – 03:11
07. Domination – 03:03
08. Xenotransplant – 02:37
09. Final Solution – 04:02
10. Spyral – 03:05
Durata: 31 minuti ca.
Formazione:
Michele Finadri: Batteria
Davide Benedetti: Chitarra
Giovanni Spagnolli: Chitarra
Claudio Peterlini: Voce