Recensione: Biological
Prima uscita discografica per i novaresi Emortualis, tornati all’attivo nel 2014, dopo aver iniziato nell’ormai lontanissimo 1989 ed essersi fermati nel 1993.
Il loro è un death metal violento, corrosivo e che deriva apertamente dalla scuola inizi anni novanta. Liberi dalla volontà di stupire, o di voler per forza inventare qualcosa di nuovo, ci regalano un sound cruento, vicino alla scuola svedese ma non per questo scevro di svariate citazioni ad altre “parrocchie” e filoni.
Non mancano stacchi più tecnici infatti, pause che spezzano il ritmo e che mostrano perizia e dinamicità delle strutture. La produzione resta ancorata alle ambientazioni del passato, così da diventare tuffo al cuore per i nostalgici del filone. Premesso ciò non possiamo che constatare comunque l’impronta di una band che, nonostante il passare degli anni e la lunga pausa, non pare aver perso la verve e la genuinità del periodo da cui arrivano.
Le ambientazioni tetre, l’odore di morte e la crudeltà con cui i pezzi sono resi si distinguono comunque dal resto del genere. Vero che taluni dettami restano impressi nel full-length ma la selvaggia resa rende “Biological” fresco all’ascolto.
Ventiquattro minuti scarsi di musica non sono tanti, forse la stessa durata non eccessiva aiuta a non creare effetti ridondanti o di deja-vu, ma è altrettanto incontestabile come si respiri passione. Auspichiamo questo non sia un evento isolato, ma che sia l’inizio di una serie di album da parte di una band che ha, alla luce di ciò che abbiamo sentito oggi, ancora tanto da dire.
Unico difetto? L’esigua durata, perché ci piacerebbe che il discorso si sviluppasse ulteriormente e non si fermasse a così pochi minuti. Detto questo, non possiamo che complimentarci con gli Emortualis, progetto dalle tante sfaccettature che ci ha saputo ammagliare.
Mi duole aggiungere questa personale postilla alla mia originale recensione di cui sopra. E’ morto, all’età di 43 anni, Marco De Rosa, in arte M., qui attivo negli Emortualis, artista che ha dato al metal made in Italy davvero tanto, in termine di dischi ed idee, visto quanto è stato eclettico e personale in ogni sua produzione artistica. Ricordiamo infatti la lunga lista dei suoi progetti: Darkness, Profezia, Skoll, The True Endless, Torvara, Malpas (live), ex-A Forest, ex-Huginn, ex-The Blessed Hellbrigade, Zenith, ex-Opera IX, ex-Teuta. Ciao Marco, riposa in pace.
Stefano “Thiess” Santamaria