Recensione: Biteback [EP]
Se lo scopo era quello di incuriosire il mondo degli amanti del metallo pesante oltre che con la loro musica soprattutto con le loro identità nascoste, di certo i The Way Of Purity ci stanno riuscendo, seppur con qualche elemento che contraddice i ‘puri’ principi che vanno predicando.
È importante una premessa per entrare nel pensiero della band.
Quel che sappiamo è ottenuto solo tramite interviste e in tali occasioni l’ensemble afferma che la scelta di celare i propri volti con dei passamontagna è un tributo al Fronte Liberazione Animali, ammettendo inoltre che dagli animali stessi prenda ispirazione per le sue composizioni, data la ‘purezza’ insita in essi. E anche l’uso di un moniker per ciascun membro deriva dal pensiero che la Terra sia completamente satura dell’ego di coloro che la calcano, e quindi, a suo dire, non è necessario sapere chi siano i ‘veri’ musicisti per usufruire a pieno del messaggio proposto. Una presa di posizione che riporta alla mente l’embrione di “The Wall” dove i Pink Floyd fecero suonare altri musicisti durante un bis, e il pubblico ‘offuscato’ non se ne accorse minimamente. Erano altri tempi e altri spazi, e da quell’episodio Roger Waters trasse ispirazione per creare il ‘suo muro’.
Mentre il discorso di coerenza dei Nostri con quella che intendono ‘purezza’ è senz’altro interessante e fuori dagli schemi ma solo fino a quando, dopo l’uscita del primo full-length “Crosscore”, c’è stato un avvicendamento nella leadership. L’ex cantante Dead Girl è stata rimpiazzata dalla bionda Tiril Skardal, che aveva già collaborato con la band negli anni passati. Grande fan degli Arch Enemy (avranno capito la strategia di mercato?), la norvegese afferma di voler essere il volto scoperto della band e quindi che succede? Via la maschera e il muro crolla in un istante: un’altra bellezza nordica è messa in primo piano rispetto agli altri membri del gruppo, che continuano a mantenere l’anonimato. Non sarà contraddittorio dopo tutto? Per approfondire il loro pensiero globale rimandiamo all’intervista, nella quale la singer ci guida all’interno della formazione nordeuropea, dalla scelta del nome fino al modo di intendere il Mondo e la religione, fedelmente rispecchiato nei testi e in maniera ancor più esplicativa nell’artwork dei suoi dischi, senza dubbio accattivante.
A parte questa doverosa premessa, entriamo nel merito di ciò che è la musica di “Biteback”, EP che consta di sole tre tracce che anticipano l’uscita del secondo platter dell’act svedese (la nazionalità è pressoché certa). L’opener “Keep Dreaming” è una partenza di quelle col piede giusto, che sprigiona death in maniera coinvolgente e con ottimi cambi di tempo a sostenere l’interessante voce della singer, che si presenta al pubblico dimostrando una profondità vocale da orso nordico. La seconda parte non può prescindere dalla melodia, lì dove il genere ha fatto scuola, ma è solo un attimo di calma perché l’inserimento di elementi industrial e cyber death già presenti nel precedente “Crosscore”, ci conducono alla parte finale. La successiva “Eternal Damnation To René Descartes” è dedicata alle ‘certezze matematiche’ e al ‘razionalismo continentale’ di Cartesio, concetti in netto contrasto con il credo dei The Way Of Purity: «facciamo quello che vogliamo senza regole e compromessi». Il discorso si fa ancora più aggressivo con blast beats feroci cui si amalgamano le chitarre, che tengono il tiro elevato per tutta la durata del brano e allo stesso tempo sostengono ottimamente lo screaming/growling possente della leader, che sembra delinearsi come l’arma in più del combo scandinavo. Il terzo e ultimo episodio “Reverse The Time” rallenta momentaneamente l’aggressività espressa finora, ottimo lavoro tra le due chitarre, a volte armonizzate, altre ‘separate’ con riff poliritmici di chiara scuola Meshuggah, e ancora qualche sprazzo di tastiera nel finale che chiude il discorso “Biteback”.
La produzione è nordica, esalta tutti gli elementi messi in gioco e, anche se in solo tre brani, si percepisce la strada intrapresa dai The Way Of Purity, che si sta delineando verso uno sviluppo del songwriting in maniera più aggressiva, complice sicuramente l’inserimento della nuova cantante, lasciandoci con ottime aspettative per l’uscita del secondo full-length “Equate”.
Vittorio “VS” Sabelli
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Tracce:
1. Keep Dreaming 2:50
2. Eternal Damnation To René Descartes 2:37
3. Reverse The Time 3:46
Durata 10 min.
Formazione:
Tiril Skardal – Voce
Jeffrey – Chitarra
Deathwish – Chitarra
Without Name – Basso
Lostmyfaith – Tastiere
WOD – Batteria