Recensione: Black heart
Gli Svenia, gruppo nostrano che calca le scene musicali da parecchi anni, ci propone questo full-lenght intitolato “Black heart”. La band, composta da Leonard (voce), J. Adrian Dusk (chitarra), Hicks (basso) e Lord Of illusion (bateria), ripropone un sound che rappresenta una via di mezzo tra il dark e il gothic metal che basa la sua bellezza sull’importanza della melodia nella musica. Traendo ispirazione per il loro testi da autori come Hess, Poe, Shakespeare e Baudelaire, ci presentano brani impegnati, non solo dal punto di vista musicale ma anche per quel che concerne le lyrics.
Brani come “Burial in autumn” e “My nuptial sepulchre” stentano a partire rimanendo ancorati ai più classici cliché del dark ossia ad una voce estremamente melodiosa che rasenta, in alcuni frangenti, una banalità quasi imbarazzante. È chiara l’ispirazione musicale presa dagli Him portata all’estremo soprattutto per quanto riguarda le linee vocali e l’impostazioni dei cori.
Con il proseguire del cd troviamo un netto miglioramento dei brani; con “In the shadows of death…in the shadows of love” troviamo ottimi spunti sotto tutti gli aspetti e una notevole vitalità che riesce ad essere sprigionata da una voce che non presenta evidenti pecche e da un suono di tastiera bello ed accattivante; il tutto è accompagnato da riff di chitarra potenti e carichi di melodia la tempo stesso.
“Lat prayer” ci spinge verso lidi più squisitamente gothic con l’aggiunta di alcune caratteristiche sonore che fanno il verso ai Moonspell più tranquilli; Leonard, in questa occasione riesce a dare il meglio di se passando da momenti cupi e riflessivi a parti maggiormente incisive senza il minimo imbarazzo. Di indubbio gusto sono anche le linee di chitarra che riescono a convincere l’ascoltatore sin da un primo sommario ascolto sia nei momenti ritmici che negli assoli.
Il miglior brano di tutto il platter è sicuramente “Love me to death” che arriva ai nostri padiglioni auricolari di soppiatto per poi esplodere in tutta la sua vitalità colmata da un ritornello che presenta momenti commerciali pur mantenendo qualcosa di personale e di veramente valido. Il contrasto tra i riff di chitarra potenti e la voce melodiosa di Leonard rappresentano forse la cosa pi bella di questi quattro minuti vissuti all’insegna delle emozioni.
Purtroppo però con “Endless river of cry” e “Cursed” torniamo al pattume dei primi due brani e portano solo dei deja-vu di canzoni più famose con ben pochi barlumi di personalità; tutto ciò porta i due brani in questione a suonare noiosi e già sentiti e validi solo come sottofondo che non necessita di eccessiva attenzione.
Questo “Black heart” è quindi un lavoro abbastanza insipido sotto molti aspetti; l’aspetto che ritengo essere il più importante nella musica è la capacità di trasmettere emozioni a chi l’ascolta. Ebbene, in questo cd troviamo solo sporadici momenti che possiamo definire “accorati”, mentre per la maggioranza dei 44 minuti della sua durata, le note suonate dalla band passano quasi inosservate. Chiarito il fatto che non trovo nulla da dire sulla capacità degli Svenia dal punto di vista tecnico e tanto meno per quel che riguarda i suoni, noto lo stesso una sterilità non molto piacevole nelle note da loro suonate. Forse tutto questo è dovuto ad una mancanza notevole di personalità o al desiderio di emulare i gruppi a cui la band si ispira. Consiglio questo lavoro solamente e strettamente agli amanti del genere.
TRACKLIST
1. Burial in Autumn
2. My nuptial sepulchre
3. In the shadow of death…in the shadow of love
4. Last prayer
5. Celestial crime
6. Love me to death
7. Endless river of cry
8. Cursed
9. Death is waiting for your heart
10. Infernal forest