Recensione: Black Sun [Ep]
Il 2010 segna l’avvento sulle scene della nuova creatura musicale Sancta Sanctorum, un ensemble che già dalle iniziali può far presagire qualcosa, ossia la presenza del Signore delle Tenebre italiano Steve Sylvester, anima perennemente dannata, colui che diede il via a quel capolavoro artistico che il mondo cult ci invidia denominato Death SS. Accanto al singer due vecchi adepti dei tempi d’oro – ops, neri – quali Thomas Hand Chaste alla batteria e Danny Hughes al basso. Chiudono il cerchio John Di Lallo alle tastiere e Frederick Dope alla chitarra. Il debutto si intitola The Shining Darkness e raccoglie pressoché ovunque sensazioni positive, fatto che avvalora l’impegno profuso dai cinque musicisti per ricreare atmosfere oscure anni Settanta sopite da tempo.
Il sequel si intitola semplicemente Black Sun e vede la luce l’anno passato ancora a opera della indomabile Black Widow Records di Genova, etichetta famosa in tutto il globo per la ricercatezza delle proprie uscite. Il disco è in realtà un Ep e si compone di quattro pezzi più un videoclip, possiede una copertina da urlo per chi ama certe colorazioni e caratteri di stampa vintage e porta in dote un booklet di otto pagine, che per lo più riportano le foto dei protagonisti.
In apertura vi è la versione remix a opera di Thomas Hand Chaste di Black Sun, pezzo ipnotico già presente sul disco del 2010 che però dà il meglio di sé in quest’ultima foggia, confermando special guest del calibro di Mario “The Black“ Di Donato e sfoderando uno Steve Sylvester in forma e dal tratteggio Seventies come ai tempi dei suoi album solisti.
Segue la cover di Rainbow Demon degli Uriah Heep, solenne e perversa come ce la si aspetta da tre ex Death SS Docg, poi è la volta di Crash, inedito al 100% scritto da Thomas Hand Chaste, pezzo veramente malato e penetrante che per atmosfera e mood sa rivangare il passato più alternativo – e allucinato – dei Black Sabbath. Chiude, in bellezza, un monumento come 21th Century Schizoid Man dei King Crimson, riletto in modalità acida e fottutamente anni Settanta, grazie ai duelli infiniti e tormentati fra i vari strumenti, con la tastiera di John Di Lallo a menare le danze, che finiscono dopo sei minuti e mezzo.
A completare l’opera un video del pezzo Black Sun realizzato in montagna e dal sapore psichedelico, look di Sylvester compreso con sole nero sullo sfondo incorporato. Belle le riprese che danno spazio a tutti e cinque i musicisti, a partire dall’ex tenebroso Thomas Hand Chaste per finire con il tastierista Di Lallo, in mezzo a caligine sparsa e colorazioni d’altri tempi.
Parrà paradossale, ma questo Black Sun Ep riesce nell’impresa di compattare una band, o per meglio dire un progetto musicale a cavallo fra il Dark, il Prog e il Doom, meglio di quanto sia riuscito a fare il full length d’esordio The Shining Darkness.
Stefano “Steven Rich “Ricetti
Tracklist:
01. Black Sun (Single Version) 03:54
02. Rainbow Demon 05:07
03. Crash 02:45
04. 21th Century Schizoid Man 06:30
05. Black Sun (Video Version)
Line-up:
Steve Sylvester – voce
Thomas Hand Chaste – batteria, tastiere
Danny Hughes – basso
Frederick Dope – chitarra
John Di Lallo – tastiere
Special guest:
Mario “The Black” Di Donato – chitarra in Black Sun Single Version