Recensione: Blacklight Deliverance

Di Vittorio Sabelli - 18 Marzo 2012 - 0:00
Blacklight Deliverance
Etichetta:
Genere:
Anno: 2011
Nazione:
Scopri tutti i dettagli dell'album
55

Cosa aspettarsi dal terzo lavoro del ‘multi-tasking’ finlandese Saukkonen? Dopo l’uscita di “Routa” (2010), che ha in parte deluso le aspettative dopo l’ottimo debut-album “Darkness Walks Besides Me” (2009), in cui si respirava finalmente una nuova aria che rilanciava la scena doom/death intrisa di ottimo gothic, ecco che i Black Sun Aeon danno alla luce un nuovo disco.

La domanda è d’obbligo: cosa avranno da dirci Saukkonen e soci? Sarà “Blacklight Deliverance” l’album del ritorno? Sarà il disco che ci farà viaggiare negli affascinanti paesaggi finlandesi? Rassegnatevi, purtroppo la parabola discendente iniziata due anni fa con “Routa” continua in maniera vertiginosa. Già, perché se finora li abbiamo definiti melodic/doom/gothic/death metal, ora inserirei nella lista anche il termine pop/pock. E anche se i fan più accaniti avranno da ridire, purtroppo su diversi brani si nota la direzione che i Black Sun Aeon stanno prendendo: quella del commerciale.

Eppure il brano di apertura (“Brothers”) lascia più di una speranza per pensare a un degno ritorno: buon intro, Saukkonen che rilancia il suo vocione, alcune battute in 6/4 che anticipano un finale, dove le chitarre acustiche fanno da background al vocalizzato di Janica.
Segue “Solitude”, niente che possa catturare la nostra attenzione se non un ritornello banale, come tanti altri che seguiranno, il quale inframmezza un ripetersi noioso e monotono delle strofe, cantate in maniera poco coinvolgente dalla stessa Janica.
Una linea chitarristica semplice ma efficace aleggia in “Sheol”, e un blast beats ci fa tornare per un momento in sintonia con la realtà dei Black Sun Aeon ma l’ingresso della voce di Janica che raddoppia all’ottava alta Saukkonen è sintomo di carenza di gusto. L’intro di chitarre in “Oblivion” è interessante ma quando entra la batteria (cassa in 4) dal sapore pop ecco che aggiungiamo alla lista un altro brano che di originale non ha neanche il nome e, come in “Solitude”, il ritornello è scolastico e scontato. Neanche l’ingresso degli archi spezza una ripetitività che porta a un finale in cui è doveroso far notare i fill della batteria, degni di uno studente alle prime nozioni di ritmo.
La sezione di pianoforte e chitarra in palm-muting di “Horizon” e la prima parte di “Wasteland” in 11/4 a mò di L.P. i cui solchi sono incisi da una chitarra acustica e un pianoforte alla Kurt Weill che a un certo punto si ‘inceppano’, sono tra i momenti più interessanti dell’intero album. “Nightfall” chiude un disco da dimenticare presto. Le voci che alternano i versi di Janika e Mikko, disegnano melodie piuttosto banali e neanche il ritornello riesce a dirci qualcosa di diverso da quelli già citati. Nella seconda parte del brano le urla disperate del leader sembrano lamentare la mancanza di originalità dei quarantadue minuti di “Blacklight Deliverance”, soprattutto nel songwriting, oltre che nelle voci già in discesa con “Routa”, qui ancora più ‘scariche’.

Un outro di pianoforte cerca di consolarci a fine canzone, ma la delusione di questo disco è dura da digerire. La sola speranza è che i Black Sun Aeon facciano una pausa creativa, per riordinare le idee e rivedere il copione!

Vittorio “VS” Sabelli

Discutine sul forum nel topic relativo!

Tracce:
1. Brothers 6:38
2. Solitude 5:25
3. Sheol 5:38
4. Oblivion 4:46
5. Horizon 5:24
6. Wasteland 6:23
7. Nightfall 7:17

Durata 42 min.

Formazione:
Tuomas Saukkonen – Voce (harsh), chitarra, basso, batteria, tastiere
Mikko Heikkilä – Voce (clean)
Janica Lönn – Voce (female)
 

Ultimi album di Black Sun Aeon

Genere:
Anno: 2010
72