Recensione: Blade Of Triumph

Di Roberto Gallerani - 29 Agosto 2007 - 0:00
Blade Of Triumph
Band: Iron Fire
Etichetta:
Genere:
Anno: 2007
Nazione:
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67

Tornano sulla scena gli Iron Fire, autori sin dal loro debutto di un heavy-power  in stile Hammerfall e legato in particolar modo agli Eighties. In questo senso, Blade Of Triumph non fa eccezione, presentandosi come un album roccioso, un po’ troppo lineare, diretto e di facile assimilazione.
Ciò che veramente ho apprezzato degli Iron Fire è la voce di Martin Steene, dotata di una buona timbrica e capace di evitare cantati in stile “sirena” a favore di soluzioni più rocciose, che riescono a conferire ai brani una maggiore aggressività.

Heavy-power si diceva: per tutto l’album gli Iron Fire non cambiano le loro coordinate e il loro stile. Riff immediati, cori efficaci e da urlare che ti si stampano facilmente in testa, ritmiche sostenute, linee di chitarra lineari e cariche di mordente. Fino qua, tutto ok! Purtroppo il lato debole della band è proprio quello di aver creato un album monocolore, in cui ogni traccia ricorda sempre pezzi di altre band o addirittura brani ascoltati precedentemente nell’album stesso.
Il discorso del “già sentito” è un concetto che, come sapete tutti, va rivolto a tantissime altre band, perciò ho cercato principalmente di concentrarmi esclusivamente sulla qualità delle canzoni, senza dar peso agli innumerevoli richiami ad altre band.

Da questo punto di vista i brani funzionano e suonano più che dignitosamente, presentando in molti casi chorus dal sapore epico e, alle volte, anche spensierato. È il caso della traccia di apertura Dragonheart, pezzo stucchevole, ben costruito, con le chitarre sempre in primo piano ad innalzare muri rocciosi sui quali si arrampica agevolmente la voce di Martin. Riuscita è anche la seguente traccia Bloodbath Of Knights, grazie a una strofa basata su arpeggio di chitarra che si irrobustisce al limitare del chorus per poi esplodere definitivamente; questo comporta un crescendo nel pezzo che cattura l’ascoltatore e aumenta il lato epico della canzone. Poco ispirata e noiosa Dawn Of Victory mentre Lord Of The Labyritnh si fa apprezzare per un chorus che ha la capacità di riportarti indietro nel tempo (sembra sia stata composta ai piedi di un castello dal quale si vede tutta la vallata che domina!). Segue la tiratissima Bridges Will Burn, mentre Follow The Sign si presenta come il pezzo più “felice”, in cui gli Iron Fire ricordano l’influenza di gruppi come i primi Helloween.
Si torna a pestare duro con Steel Invaders, dove sale in cattedra la doppia cassa, per il brano più power oriented dell’intero platter. Dopo l’anonima Jackal’s Eye, si arriva all’unico lento dell’album, Legend Of The Magic Sword, canzone scontata ma resa interessante dall’ottima interpretazione di Martin Steeene. La partenza di Gladiator’s Path è un qualcosa che più heavy non si può! E devo dire che nel sentirla mi è venuto un piccolo sorriso sulle labbra: fieri del metallo come gli Iron Fire ce ne sono davvero pochi!
Si chiude l’album con la epica e lunga (7 minuti) Blade Of Trimuph, caratterizzata da una ritmica power e costruita in modo intelligente in modo da non annoiare per tutta la sua durata.

Tirando le somme, l’album non è assolutamente da bocciare: ben suonato, con alcune buonissime canzoni al suo interno e altre meno riuscite ma che nel complesso lascia una buona sensazione. Il songwriting non è niente di esaltante ma neanche scadente. La vera pecca degli Iron Fire sta nel non tentare di intraprendere uno stile personale, o almeno di variare di più le loro composizione in quanto, a mio avviso, il potenziale della band è elevato ma ancora inespresso a causa di una fossilizzazione di idee che, per quanto possano portare a scrivere canzone efficaci, non permettono di compiere un deciso salto di qualità.
Per i veri affezionati del metallo più puro ed incontaminato comunque, Blade Of Triumph è un album che potrà soddisfare, ottimo per momenti i cui serve una buona dose di metallo per scaricarsi un po’!
Per chi invece sta cercando idee fresche o qualche novità, allora può passare tranquillamente alla recensione successiva!

Roberto “Van Helsing” Gallerani

Tracklist:
1. Dragonheart
2. Bloodbath Of Knights
3. Dawn Of Victory
4. Lord Of The Labyritnh
5. Bridges Will Burn
6. Follow The Sign
7. Steel Invaders
8. Jackal’s Eye
9. Legend Of The Magic Sword
10. Gladiator’s Path
11. Blade Of Triumph

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