Recensione: Bleak Vistae
Una sola parola: opprimente.
Questo mini è pura e cupa disperazione al massimo livello senza possibilità di fuga alcuna.
Fin dall’inizio sfumato e minaccioso si capisce che è come se una coltre densa e macabra avanzasse lentamente verso di voi inghiottendo tutto ciò che una volta riconoscevate come consueto o familiare; un alito mefitico che si insinua nelle pieghe del corpo e dello spirito per avvolgere dentro di sè qualunque cosa gli si pari dinnanzi.
L’incedere è inesorabile ed i tempi ultra-slow creano un’atmosfera incredibilmente rarefatta, squarciata dallo stridere ed urlare delle chitarre che sbucano dalla massa nera e sulfurea. In un prodotto così deprimente non poteva mancare un growl impastato, basso e catarroso come unico suono simil-umano emanato dal combo finlandese. L’uso sapiente delle tastiere sembra dare l’impressione che da un momento all’altro possa insinuarsi un filo di luce ma è solo mera illusione poichè queste non fanno altro che creare un tappeto sul quale la malinconia e la desolazione si diffondono lentamente.
Ovviamente non si tratta di una “creatura” semplice da assimilare ed accettare ed è decisamente consigliato agli amanti del genere che troveranno in esso un nuovo validissimo esemplare di macabra allucinazione doom/death.
Per gli altri è difficile scorgere spiragli entro i quali intrufolarsi perché le assonanze sono tutte con gruppi altrettanto devastanti ed allucinati; inoltre la durata mastodontica dei pezzi costituisce un altro scoglio notevole: tre quarti d’ora circa di durata totale si sviluppano in tre canzoni soltanto, da 15 minuti l’una, di media.
Durissimo, compatto, pesantissimo e che non concede compromessi di nessun tipo, ti porta con sè verso terre di morte e non permette in qualsiasi maniera di uscirne senza rimanerne segnati.
Tracklist:
1. Passing Through Ague
2. The Leaden Stream
3. Drown