Recensione: Bleed Out
“Chi lascia la strada vecchia per quella nuova” etc, etc…
Conscia di questo, la band olandese mette nella ricetta dell’ottavo disco in carriera, tutti gli ingredienti che ben conosciamo: i testi socialmente impegnati (spiccano le tematiche del popolo iraniano e l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia), le aperture orchestrali, i suoni elettronici e la voce cristallina e sofferta di Sharon den Adel.
C’è un elemento, però, in questo ultimo prodotto, che offre qualcosa in più: l’album è più oscuro, a tratti più tetro, le chitarre sono spesso cavernose (con riff presi in prestito dal djent e dal metalcore), sono più “paludose”. Forse è questa aggiunta di oscurità l’unica novità offerta dal nuovo platter.
Il disco inizia con una solenne “We Go To War”, cadenzata e spietata, dal sapore squisitamente gotico dai bassi cori imponenti. Si procede sulla stessa strada con “Bleed Out”, brano che sembra quasi la diretta conseguenza del precedente, dove emergono chitarre dense e dal registro estremamente grave. Con “Wireless”, “Worth Dying For” e “Ritual” (brano dal sapore vagamente pop, soprattutto nel cantato) torniamo un po’ alle atmosfere dell’album “The Unforgiving“ (e non ci dispiace)…
“Cyanide Love” vede una canzonatoria Sharon muoversi su strade serpeggianti con delicatezza, quasi sospesa in aria. “The Purge” è un’incalzante brano a tratti cavalcante ma che resta comunque un pochino piatto e prevedibile. Andiamo avanti con “Don’t Pray For Me”, “Shed My Skin” (con la partecipazione dei teutonici Annisokay) e “Unbroken”.
Conclude l’album “Entertain You”, che si muove tra il New Metal e l’Alternative.
Insomma, “Bleed Out” scorre piacevolmente, senza però far sobbalzare l’ascoltatore perché, al di là della qualità globale del disco, non abbiamo picchi di originalità rispetto a quanto già proposto negli anni dai nostri olandesi del Gothic.
Fatta eccezione per qualche nuova idea (sopratutto dal punto di vista chitarristico), i nostri nederlandesi non osano abbastanza e rischiano di trovarsi davanti alla loro stessa immagine riflessa nello specchio…