Recensione: Bleed the World: Live

Di Andrea Bacigalupo - 14 Marzo 2025 - 8:30
Bleed the World: Live
Band: Heathen
Etichetta: Nuclear Blast
Genere: Thrash 
Anno: 2025
Nazione:
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Oltre 40 anni di carriera per gli statunitensi Heathen, che ce lo vogliono ricordare con un live album: ‘Bleed The World: Live’, disponibile dal 14 marzo 2025 via Nuclear Blast Records.

Il disco raccoglie alcune registrazioni effettuate nel corso dei concerti che gli Heathen hanno tenuto nel 2023 in giro per il mondo, tra i quali alcuni come Co-Headliner con la band Metalcore Arrival Of Autumn ed altri insieme agli Overkill ed agli Exhorder (toccando anche l’Italia: il 21 Aprile al Campus Industry di Parma ed il 22 Aprile al Phenomenon di Fontaneto d’Agogna – NO).

Heathen

Anche se, da quel che si è potuto leggere in rete, ‘Bleed The World: Live’ rappresenta la scaletta “media” eseguita in Tour, bisogna dire che dura troppo poco: se si escludono l’intro (‘The ‘Rotting Sphere’) e ‘The Horde’, 30 secondi in cui David R. White fa cantare il pubblico modello Freddie Mercury (senza fare paragoni), in totale sono solo sette pezzi per neanche 37 minuti di musica.

Bene o male questo live ripercorre la carriera di una band che con il debut-album ‘Breaking The Silence’ del 1987 si era fatta più che notare in mezzo ad una valanga di altre uscite stratosferiche (ricordiamo, tra i tantissimi, i già conosciuti Voivod con ‘Killing Tecnology’, gli Anthrax con ‘Among The Living’, gli Overkill con ‘Taking Over’, ma anche gli esordienti Death Angel con ‘The Ultra-Violence’, Testament con ‘The Legacy’ e Mortal Sin con ‘Mayhemic Destruction’) per cui qualche pezzo in più dal primo periodo storico non avrebbe guastato. Ad esempio ‘Death by Hanging’, dal già citato ‘Breaking The Silence’, o ‘Opiate the Masses’, dal successivo ‘Victims of Deception’ del 1991, sono stati sicuramente eseguiti in più di un’occasione … forse, però, non saranno stati registrati, oppure ci sarà stato qualche altro motivo per non includerli … vabbè, peccato.

D’altronde è anche vero che il tour promuoveva l’ultimo album ‘Empire of the Blind’ del 2020, rappresentato dalla maggior parte delle canzoni della tracklist e se aggiungiamo che gli Heathen di oggi sono solo per 2/5 quelli di ieri (il già citato David R. White, tra i pochi che hanno rinunciato a farsi crescere la barba per sopperire alla perdita dei capelli, ed il chitarrista Lee Altus), alla fine la scelta fatta, comunque di gran qualità, ci sta: accontentiamoci!

Che altro dire? ‘Bleed The World: Live’ è una detonazione continua, una conferma del gran valore di questa band maestra di quel Thrash Bay Area dove il classicismo dell’Heavy Metal predomina sulla sua anima Hardcore dando vita a linee funamboliche, armonie di chitarra trascinanti, cambi di tempo devastanti ed un muro del suono compatto e senza crepe.

E poi: voce coinvolgente, ritmiche robuste, cattiveria a gogo, ma anche un tocco di epicità … c’è tutto, compreso un tenere in grande considerazione il proprio pubblico … ‘Bleed the World’ è un vero ‘Live’.

Particolare menzione per tre canzoni: una trascinante ‘Set me Free’, la cover dell’iconico e sovversivo pezzo degli Sweet del 1974 (da ‘Sweet Funny Adams’) che ha da poco spento le cinquanta candeline, rivitalizzato efficacemente dagli Heathen nel 1987 (singolo estratto dal più volte citato ‘Breaking the Silence’) e sempre attuale sia per suoni che per il significato del testo, per una granitica ‘Sun My Hand’ (da ‘Empire of the Blind’) e per un’esplosiva ‘Goblin’s Blade’ dal gran tiro, di nuovo dal debut-album.

Concludendo: ci sarebbe piaciuto ascoltare qualcosa in più, pazienza. ‘Bleed The World: Live’ è un gran bel lavoro sia per i fan degli Heathen ma anche per chi vuole conoscerli. Non bisogna farselo sfuggire.

Il mixaggio dell’album è stato curato da Zeuss (Hatebreed, Crowbar), mentre la copertina è stata curata da Travis Smith (Opeth, Nevermore).

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