Recensione: Blinded by Hate
Quindici minuti di thrash metal ben suonato. Ecco cosa ci riserva Blinded by Hate, secondo demo dei veronesi O.D.O (Odio.Distruzione.Orrore).
Sin dai primi ascolti è riscontrabile una forte ispirazione a gruppi storici del genere, come Kreator e Metallica: nella voce (Petrozza docet) quanto nella violenza e nel feeling, è stato sempre applicato uno stile ottantiano che non lascia adito a dubbi. Thrash nudo e crudo insomma, che non disdegna però di farsi contaminare, almeno in alcuni passaggi, da una leggera vena Death ( e qui mi viene in mente la bella title track, specialmente nei suoi cambi di tempo).
Il quartetto sa suonare e lo si sente molto bene: molte accelerazioni sono da “paura” (nella sua accezione positiva!!) e mettono seriamente in pericolo la mobilia di casa, la batteria svolge un lavoro nettamente sopra la media per precisione e potenza ma viene a volte penalizzata da una produzione che ne trasforma troppo il suono, snaturandolo.Anche le due chitarre si comportano egregiamente, dimostrandosi devastanti e melodiche allo stesso tempo.Farei un appunto su qualche assolo: provate con un suono più asciutto, secco ,veloce…ne guadagnerà (secondo me di molto) un po’ tutta la song! Nulla in particolare da segnalare riguardo alla voce ed al basso, entrambi ben si addicono alla struttura delle songs, anche se forse la prima tende un po’ a scomparire in alcuni tratti.
Amanti del thrash e dell’underground date loro un ascolto.
1. Fusion Man Weapon: Bello l’inizio con riffone (in seguito magari un po’ ripetitivo) ed ottima la doppia di batteria.Una track carica di cattiveria che però sembra non essere espressa al massimo. Un assolo più “asciutto” avrebbe fatto miracoli.
2. Blinded by Hate: Title track e brano migliore del lotto. Accelerazioni riuscitissime, batteria stra-ok (da migliorare il suono della cassa), cambi di tempo ad effetto…ma la vera forza sta nella struttura intrinseca del brano, un palmo sopra le altre composizioni.
3. New Torment For Mankind: inizia in sordina per poi esplodere con furia, ma anche qui una chitarra solista più incisiva sarebbe stata di aiuto. Per i cambi di tempo tutto ok, anche se non siamo al livello della title track. Complimenti per il riff.
4. Dominator: La parte migliore è quella iniziale, dopo rischia di scadere in una furia un po’ troppo confusionaria. Bello il ritornello, veramente capace di prenderti.
Pozza: Chitarra ritmica/ voce
Rambo: Batteria
Devis: Chitarra solista
Malga: Basso
Alessandro Pozza- via Silvio Pellico 18- 37047 San Bonifacio – Verona
Tel: O45/ 7612709
Flavio “Alkaflatz” Alessandrelli