Recensione: Blood And Vomit
Non il side project dei Carpathian Forest, ma l’espressione personale del loro leader, voglioso oggi di spiegarci la sua personale visione del Black Metal. Voglioso di rielaborare la tradizione più classica secondo canoni che ogni fan del suo gruppo riconoscerà dopo pochi ascolti. E, immancabilmente, voglioso di provocare, di spingersi oltre il lecito e lo standard, di portare avanti la propria attitudine rigorosamente ‘fuck you!’. Queste erano le premesse, il poco che abbiamo avuto modo di sapere prima della data di pubblicazione; la conferma è ora scritta in note su un album che, formalmente, non manca di rispettare nemmeno uno dei punti sopra citati.
In casi come questi viene naturale chiedersi quanto ci sia di programmato negli intenti. E, sinceramente, trovo inattaccabile l’onestà del lavoro. Registrato senza troppi accorgimenti, a basso costo, con un suono disturbante oltre ogni limite. Prodotto e promosso senza far leva in maniera spudorata su una fama che il personaggio in questione si può certo permettere. Pubblicizzato in maniera modesta, senza puntare troppo sulle partecipazioni ed il passato dei musicisti che hanno collaborato (e vi basterà cercare un attimino per scoprire che i nomi non sono esattamente di sconosciuti). E poi, considerazione del tutto personale, realizzato anche con l’aiuto di Nordavind: un personaggio che ha dimostrato oltre ogni dubbio di detestare e ripudiare qualsiasi atteggiamento legato a questioni commerciali o di semplice immagine.
Da qui entra in gioco quello che è l’album in sè. Lega personalità e tradizione, e per questo tanto di cappello. In alcuni episodi poi sprigiona una violenza rara anche nelle produzioni più oltranziste. Ma non centra mai il bersaglio: si ferma sempre in superficie, ‘spreca’ ottimi passaggi in sequenze medio-discrete ma nulla più. I riff sfiorano un minimalismo quasi totale, il che costituisce un’arma a doppio taglio: l’essenzialità necessaria alla buona uscita di un simile intento si scrontra a volte con un’indesiderata ripetitività.
Il buon Nattefrost non è in realtà riuscito ad eliminare del tutto le influenze del suo più noto gruppo: rimangono immancabilmente alcuni passaggi al limite del punk (ascoltate con cura i riff per avere un facile riscontro), e l’aspetto lirico e le scelte degli intermezzi (o delle intro) sono un’ulteriore punto di aggancio. Tuttavia non si può certo accusare questo progetto di essere nato per riproporre le stesse idee all’ombra di un altro monicker, visto che agli elementi comuni fanno fronte altrettanti aspetti ben differenziatori.
La passione per le sonorità delle origini trova voce in “Whore (Filthy Whore)”, per venir sottolineata ulteriormente con l’omaggio ai Beherith che troviamo verso la fine del Cd, con la cover di “The Gate Of Nanna”. Altra canzone assolutamente da evidenziare è “Mass Destruction”, nettamente superiore alla media delle altre canzoni, forse un po’ troppo ancorata al classico stile Carpathian Forest, ma ad ogni modo interessante.
La tentazione del paragone è naturale, non solo per la notorietà del personaggio in questione, quanto per i richiami che effettivamente si ritrovano nello stesso Blood And Vomit. Ribadisco per l’ultima volta come non sia comunque un problema di personalità o di attitudine quello di cui soffre quest’album: la carenza è ben più profonda, ed è legata alla cattiva riuscita degli intenti di partenza. Minimalismo ed essenzialità costruiti su queste basi hanno portato a canzoni che catturano l’attenzione e coinvolgono solo a tratti, abbandonando per il resto l’ascolto all’inerzia. Comunque consigliato l’ascolto a tutti i fan della musica estrema in generale (anche al di fuori del Black) e a chi, come me, ha sempre seguito con passione le avventure musicali di uno dei personaggi più incazzati di tutta la scena.
Matteo Bovio
Tracklist
01. Ancient Devil Worshipping
02. Sluts Of Hell
03. Satanic Victory
04. Universal Funeral
05. The Art of Spiritual Purification
06. Sanctum 666
07. Whore (Filthy Whore)
08. Mass-Destruction
09. Nattefrost Takes A Piss
10. The Gate Of Nanna (Beherith cover)
11. Still Reaching For Hell