Recensione: Blood Is Life
Ristampa targata MDD Records per “Blood Is Life” degli storici death metaller tedeschi Crack Up, originariamente Rotting Misery. La band, giusto per dare una collocazione storica, fa parte di quella schiera di fenomeni tedeschi (al tempo molto attivi nell’underground) che ha dato vita negli anni Novanta a dei veri macigni di musica estrema.
Accostabili a nomi tutelari di connazionali, tra i vari, quali Fleshcrawl, Disbelief ed Eisregen, i Crack Up, sebbene arrivati sulle scene al limite dell’interesse metal collettivo di un mondo ormai preda delle derivazioni decisamente più ‘modern metal’ e grunge, riescono a dar vita ad un disco che, forse solo oggigiorno, esprime tutta la sua attitudine marcia e nefanda.
Parliamo infatti di un death metal sanguinolente e lercio, dall’attitudine quasi death ‘n roll, impreziosito da innesti melodici che lo fanno apparire ancora più accattivante. A tratti sembra di cogliere il flavour unico e irriproducibile di leggende come Dismember ed Entombed. Una vera goduria per le orecchie. Dischi come questo sono affascinanti perché garantiscono la possibilità di venir proiettati indietro nel tempo e quindi ci fanno riscoprire il modo di suonare che si aveva in quel traumatico momento di passaggio che, alla conta dei fatti, ha visto la fine di un’era musicale e la nascita di un’altra: melodia associata all’estremo, groove a palla e tanta, tanta voglia di urlare che il movimento estremo era vivo e nessuno lo avrebbe mai destituito dal suo posto infernale. “Blood Is Life” è un po’ tutto questo! E poi, cosa voler di più oggigiorno, dove quasi tutto è lustrato fino all’ultima nota a livello di suoni e dove risulta sempre più difficile comprendere chi davvero suona di pancia e chi di computer? Ecco quindi che ristampe come questa sono un vero toccasana per chi ama la ferocia primordiale della musica estrema.
In aggiunta al disco, la MDD Records ha previsto anche il demo d’esordio del combo della Westphalia, “Forsaken Dreams”. Uscito nel 1994 è stato il biglietto da visita per una band che, nel quasi decennio speso sulle scene, è riuscita a scrivere il proprio nome nel libro delle grandi band del genere. Garantito!