Recensione: Bloody Pit Of Horror

Di Daniele D'Adamo - 12 Novembre 2010 - 0:00
Bloody Pit Of Horror

GWAR.
Cioè, “God What an Awful Racket”.
Con tale acronimo, dal 1985 (i GWAR nascono in realtà nel 1982 come una punk-band: i Death Piggy), l’eccentrico act statunitense compie le proprie scorribande sui palchi di mezzo Mondo. Rappresentando un’accozzaglia di pirati spaziali chiamata Scumdogs of the Universe, composta di variopinti personaggi che dell’elogio all’esagerazione (di nomi e costumi, questi scenograficamente stupendi ben prima di quelli dei Lord, Mammutant e compagnia cantante) fanno la propria filosofia di vita.

Incredibile, per quantità e varietà, la produzione discografica dell’ensemble americano. Oltre a numerose uscite come demo, video/VHS, EP, single, best of, DVD, live-album; si conta una serie di ben dodici full-length di cui, appunto, “Bloody Pit Of Horror” ne è, per ora, l’ultimo rappresentante.

Impossibile, inoltre, definire con precisione il genere suonato dai Nostri. Nel corso della loro carriera, infatti, i cambi di line-up e di direzione musicale sono stati parecchi, portando fra l’altro la band a fare punk, hard rock e metal. In ultimo, con il neonato album, thrash metal.

E thrash metal sia!
“Bloody Pit Of Horror”, ispirato all’italianissimo movie “Il Boia Scarlatto” del 1965, risente appieno della varietà stilistica più sopra citata; riuscendo tuttavia a fissare con un certo rigore il genere nato dalle costole di Exodus, Metallica & Company. Come dimostra sin da subito la lunga “The Bloody Pit Of Horror”, per ciò divisa in quattro parti, si tratta di un approccio comunque piuttosto elementare alla questione musicale. Nemmeno estremo, a ben vedere. Una specie di rock’n’roll indurito e accelerato, per meglio specificare. L’evidente esperienza dello strano sestetto si sente dal forte retrogusto classico presente nel sound, che si manifesta mediante molti richiami all’hard rock e all’heavy. Poco di più, però. Malgrado, appunto, la loro presenza nell’ambiente da così tanti anni e, soprattutto, la messa alle stampe di così tanta musica, le canzoni rivelano una qualità inversamente proporzionale alle attese.
Innanzitutto, mancano di coesione: sono slegate fra loro, senza cioè un filo conduttore che le tenga assieme. Poi, come accennato, sono di una semplicità disarmante. Non che questa circostanza sia necessariamente negativa a prescindere. Nel nostro caso, però, porta irrimediabilmente a provare quello che non si dovrebbe mai provare: la noia. Qualcosa che possa risvegliare un minimo d’interesse c’è, come per esempio “Beat You To Death”. Si tratta, però, di un brano «alla Sodom» che, per questo, non presenta nulla di che poiché l’originale, come si può ben intuire, è molto migliore della copia. C’è anche l’immancabile pezzo lento, “You Are My Meat”, che mostra ulteriormente la scarsa vena ispiratrice che muove il combo di Richmond. Anzi, a bene vedere il famigerato «qualcosa in più» che dovrebbero avere i campioni manca totalmente, nel suo songwriting. Buona la vivace e cadenzata “Hail, Genocide!” ma, ancora, non si tratta di nulla di diverso da ciò che si è già ascoltato migliaia di volte.
Un lato positivo (l’unico?) consiste nell’interpretazione di Dave Murray “Oderus Urungus” Brockie, non male nell’affrontare le lineari e immediate linee vocali (come nel rap di “The Litany Of The Slain”). Il timbro è abbastanza personale e, in fondo, è forse l’unico elemento che, in un modo o nell’altro, tiene su la baracca. Un po’ poco, se si pensa che l’unico ritornello degno di menzione sia quello di “The Bloody Pit Of Horror/Pt. 1: Zombies March!”.

Niente da fare.
La scenografia può essere la più vivace e appariscente possibile ma, se manca l’estro compositivo, il risultato complessivo di un progetto musicale non può che naufragare clamorosamente. Questo è proprio quello che accade a “Bloody Pit Of Horror”. Un album che – terminata (in fretta) la curiosità per l’aspetto visivo dell’insieme – entrerà presto nel dimenticatoio. Così come i GWAR, davvero poco incisivi per lasciare traccia di sé nell’affollato panorama internazionale.

Daniele “dani66” D’Adamo

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Track-list:
1. The Bloody Pit Of Horror/Pt. 1: Zombies March! 4:36
2. The Bloody Pit Of Horror/Pt. 2: Come The Carnivore 2:25
3. The Bloody Pit Of Horror/Pt. 3: A Gathering Of Ghouls 2:10
4. The Bloody Pit Of Horror/Pt. 4: Storm Is Coming 3:56
5. Tick-Tits 3:21
6. Beat You To Death 3:41
7. You Are My Meat 2:36
8. Hail, Genocide! 3:21
9. KZ Necromancer 3:22
10. The Litany Of The Slain 4:17
11. Sick And Twisted 3:43

All tracks 37 min. ca.

Line-up:
Dave Murray “Oderus Urungus” Brockie – Vocals
Mike “BalSac, the Jaws of Death” Derks – Guitar
Cory “Flattus Maximus” Smoot – Guitar
Casey “Beefcake the Mighty” Orr – Bass
Chris Flynn – Keyboards
Brad “Jizmak Da Gusha” Roberts – Drums