Recensione: Blowin’ Up The Machine
Tentativo di rinnovamento e apertura verso nuove fasce di mercato in casa Frontiers?
L’interrogativo sorge lecito e spontaneo dopo l’ascolto del nuovo album delle Meldrum, band tutta al femminile dedita ad un corposo thrash “alternativo” da pochissimi giorni presente sul mercato con il nuovo album, secondo in carriera, a titolo ‘Blowin’ Up The Machine’.
La direzione stilistica intrapresa dalla band ha infatti poche affinità con il classico hard rock AOR solitamente proposto dalla label partenopea, attestandosi piuttosto su di un heavy di “grana grossa” che mutua numerosissimi richiami e riferimenti con il solito Zakk Wylde, vero e proprio nume tutelare del genere, oltre a chiamare in causa in larga parte anche le svisate sudiste dei granitici Stuck Mojo, altro caposaldo di un settore che fa di suoni potenti e massici un trademark inconfondibile.
Sfortunatamente tuttavia, le capacità in dote alle tre ragazze scandinave sembrerebbero essere alquanto lontane ed inferiori rispetto ai notevoli artisti citati poc’anzi: a fronte di un discreto livello esecutivo, lo scarso dinamismo ed una banalità di fondo a tratti incontenibile, lasciano infatti scorrere il platter nel più cupo e fosco anonimato, regalando pochissime emozioni ed offrendo ben presto il fianco al tedio e ad una monotonia disarmante.
Poco adatta al contesto anche la voce della pur volonterosa singer Moa Holmsten, non a proprio agio in situazioni che talora richiederebbero le alcoliche corde vocali di un biker proveniente dal profondo sud statunitense in luogo di una voce incattivita ed “abbruttita” per contratto, ma ben più adatta a circostanze maggiormente melodiche ed armoniose.
In un insieme di tale modestia, unico punto di vero interesse rischiano di essere le comparsate dell’onnipresente Gene Hoglan alla batteria e di “nonno” Lemmy ai cori di ‘Miss Me When I’m Gone’, elementi di spicco che, insieme ad un paio di buoni assoli (‘Another Kind’ e ‘Hang’ Em’) e qualche riff accettabile distribuito qua e là, annegano in un mare di piattezza e grigiore tali da rendere ‘Blowin’ Up The Machine’ come uno degli esperimenti meno riusciti a carico della comunque sempre ottima etichetta nostrana.
Troppo poco per consigliare l’acquisto e troppo poco per favorire la nascita di nuovi orizzonti di mercato: in poche parole un disco del tutto trascurabile.
Tracklist:
01. Purge
02. Down Your Throat
03. Scar
04. Crème De La Crème
05. Hang Em
06. Miss Me When I’m Gone
07. Another Kind
08. Exploited
09. Get Yours
10. Get Me Outta Here
11. Bite The Pillow
Line Up:
Michelle Meldrum – Chitarra
Moa Holmsten – Voce
Frida Stahl – Basso
Gene Hoglan – Batteria
Lemmy – Back vocals su ‘Miss Me When I’m Gone’