Recensione: Born Again
In mezzo a una miriade di reunion insapori e ritorni imbarazzanti, ecco qualcuno che ha ancora qualcosa da dire: i Warrant.
Per chi non conoscesse le basi dell’hard rock melodico di fine ani ’80 / inizio anni ’90, i Warrant sono stati una delle formazioni più convincenti di tutto il movimento. Un corredo di doti che si concretizzarono nell’irriverente debut ‘Dirty Rotten Filthy Stinking Rich’ (era il 1988) e soprattutto due anni dopo nel vero masterpiece della band: quel ‘Cherry Pie’ che sospinse Jani Lane e soci in vetta alle classifiche e al grande successo. Qualche numero dalla carriera della band? Eccolo: 8 milioni di dischi venduti, 2 ‘Top ten Billboard album’, 3 ‘Top 30 Billboard album’, 5 ‘Top 40 Billboard hits’ 5 volte numero 1 negli ‘MTV videos’.
Torniamo al presente. Jamie St. James ha l’arduo compito di rimpiazzare un certo Jani Lane dietro il microfono, per il resto la line-up è quella della torta di ciliegia: Erik Turner e Joey Allen alle care vecchie sei-corde, Jerry Dixon al basso e Steven Sweet dietro le pelli.
Il ritorno di due pilastri come Sweet e Allen pare aver riportato la band su quei binari che nel corso dell’ultima decade erano stati talvolta abbandonati con scarsissimo successo. Complice anche il signor Pat Regan (Kiss, Deep Purple, Mr.Big, La Guns), responsabile di una produzione riuscitissima, il sound sembra risentire in maniera estremamente positiva di una line-up ricostituita dei tasselli originali (almeno per quanto riguarda il lato strumentale). Peccato davvero per l’assenza di Jani Lane, anche se il nuovo arrivato Jamie St. James si merita una promozione senza alcun dubbio di sorta. Carismatico e capace di interpretare al meglio la ritrovata verve della band angelina, il nuovo fron-man è senz’altro una novità gradita.
Grinta, entusiasmo e vivacità sempre interpretati con un occhio di riguardo per la melodia fanno di questo ‘Born Again’ un disco capace di ridare un certo calibro all’etichetta ‘hard rock melodico’. Non un capolavoro, sia chiaro, e nemmeno un disco esente da qualche piccola imperfezione, ma dato il livello qualitativo medio dei prodotti degli ultimi tempi non si può non essere felici di un ritorno di questo carattere. La sorpresa più grande e gradita di tutte è senza dubbio quella racchiusa in una manciata di brani a dir poco trascinanti, testimonianze concrete di quanto la band a stelle e strisce abbia conservato la capacità di condensare in riff anacronistici e refrain festaioli tutta l’eredità street, glam e arena-rock. Brani come Dirty Jack, la spettacolare Hell, CA. o Down In Diamonds sono un vero e proprio tuffo in quell’atmosfera e in quel clima che in un disco dei Warrant si erano manifestati per l’ultima volta nel 1992 con ‘Dog Eat Dog’.
Niente esasperazioni del passato, nessun auto-plagio degno di già troppi act dal futuro insipido e segnato, niente stupide virate moderniste dalle ruffiane e seducenti occhiate al mercato (soprattutto US): i Warrant hanno trovato la giusta dimensione, l’equilibrio capace di rendere attuale e accattivante un songwriting sempre e comunque saldamente legato a un modo di concepire l’hard rock tipico della fine degli anni ’80.
Bentornati Warrant!
Tracklist:
01. Devils Juice
02. Dirty Jack
03. Bourbon County Line
04. Hell, CA
05. Angels
06. Love Strikes Like Lightning
07. Glimmer
08. Roller Coaster
09. Down in Diamonds
10. Velvet Noose
11. Roxy
12. Good Times
Alessandro ‘Zac’ Zaccarini