Recensione: Born in a Coffin

Di Andrea Bacigalupo - 7 Ottobre 2020 - 7:05
Born in a Coffin
75

Esordio che ci porta indietro nel tempo quello dei tedeschi Neck Cemetery, che mettono sopra un becco di bunsen una beuta piena di Heavy Metal made in Germany dei primi Helloween, Running Wild, Grave Digger, Rage e Warrant, miscelato con qualcosa di precedente, tipo Iron Maiden e Black Sabbath, più una spolverata dei nostri Death SS, portano il tutto ad ebollizione, lo trasformano in un gas venefico e lo fanno detonare violentemente.

Il risultato è un album True Metal dal macabro titolo ‘Born in a Coffin’, disponibile dal 9 ottobre 2020 via Reaper Entertainment.

Il lavoro è avvincente, adrenalinico, carico di quella stessa energia primordiale che vibrava all’inizio degli anni ’80, formato da otto brani dinamici e incandescenti, come un torrente di lava inarrestabile che trascina con se un po’ tutto che quello che era il panorama metal tedesco di quegli anni, fondendo in un tutt’uno istinto, passione, grinta, ricerca sonora, tecnica e bagaglio culturale per trasformarlo in musica (i cinque musicisti non sono degli attempati ultra cinquantenni che non mollano ma non sono neanche di primo pelo; tra loro, ad esempio, e senza nulla togliere agli altri, milita un certo Yorck Segatz, già nei Sodom).

Per cui un songwriting vario e di buon tiro: c’è la potenza di ‘King of the Dead’, la melodia tagliente della trascinante ‘Castle of Fear’, l’oscurità maligna di ‘The Fall of the Realm’, la cadenza di ‘Feed the Night’ e lo speed di ‘The Creed’, ed, in generale, un sacco di cori anthemici, riff a profusione, assoli ed un cantato avvincenti, avvolti da quel senso di spettrale pesantezza che non opprime ma mette tensione.

L’album è stato prodotto negli studi di Troisdorf “Gernhart” in collaborazione con Martin Buchwalter (Destruction, Tankard, Tom Angelripper, Paul Di’Anno e Suidakra, tra gli altri) e vede la partecipazione di Chris Boltendahl (Grave Digger) e Michael Koch (ex Atlantic Kodex).

Autore dell’orrorifico ma ironico artwork è Besil Wrathbone, già al lavoro con i Sodom ed anche disegnatore del marchio di skateboard ‘Koloss’.

In poche parole ‘Born In A Coffin’ è un album che prende e coinvolge ed i Neck Cemetery hanno dimostrato di sapere il fatto loro. Per tutti coloro che hanno un anima Metal … semplicemente imperdibile!

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