Recensione: Bound In Sound
Sponsorizzato dal celebre David Readman (Pink Cream 69), il giovane e poco noto combo tedesco dei Sons Of Sounds ritenta le vie del mercato con la pubblicazione di un nuovo EP totalmente autorodotto, seguito dell’album d’esordio “The Brutality of Life” edito nel corso dello scorso anno.
La presenza di una figura di rilievo per la scena hard rock continentale quale quella di Mr. Readman, è senza alcun dubbio, auspicio invitante ed apre a parecchie supposizioni a riguardo del potenziale di un gruppo, esordiente e di scarsa notorietà che – date origini e collaborazioni – alimenta possibili punti di contatto con le rinomate realtà hard rock attive in zona, tra le quali, come ovvio, gli ottimi Pink Cream 69.
Con rammarico tuttavia, l’evidenza che si manifesta sin dai primissimi ascolti porta a spegnere ogni tipo d’entusiasmo, azzerando speranze e aspettative. Idee scarse, melodie poco incisive, o peggio, male assortite, cori talora irritanti ed eccessi chitarristici letteralmente “sputati” senza criterio, mettono in luce una sostanziale immaturità che conduce l’acerbo trio dei fratelli Beselt ad un heavy rock noioso e stiracchiato, dai risultati tutt’altro che accattivanti o sufficienti a decretarne un successo artistico accettabile.
I cinque brani proposti (due dei quali già presenti sul debutto, più una poco riuscita cover di “Paint In Black” degli Stones e due inediti) non convincono e stentano a decollare, nonostante – giusto darne risalto – suoni decisamente sopra le righe ed un taglio di produzione d’eccellente professionalità.
Palesi i limiti in sede di composizione, tali da favorire l’idea di una band ancora drammaticamente inesperta, intenta a rincorrere effetti speciali a livello tecnico (indubbie le qualità in tal senso) senza però, considerare a dovere aspetti di altrettanto peso quali scorrevolezza ed amalgama melodica.
Nascono così situazioni al limite dell’ascoltabile, come sperimentato nelle ruvidissime “Troublemaker” e “Are You Ready”: chitarrone inferocite e ritmiche accese, che si rivelano ben presto senza capo né coda, mal supportate da un cantato che sconfina a tratti in sguaiati ed inconcludenti coretti da osteria.
Un peccato nonostante tutto. Le doti strumentali dei tre musicisti appaiono, in effetti, maiuscole ed i suoni, come riportato poc’anzi, si rivelano potentissimi e molto curati.
Quella che manca è insomma, la “direzione” di qualcuno che sappia amministrare con sapienza il pentagramma, mettendo in campo un songwriting in grado di sfruttare e dosare le doti dei fratellini tedeschi. Una figura chiave senza la quale, la proposta dei Sons Of Sounds apparirà probabilmente sempre al di sotto del proprio potenziale.
Un po’ come una potente fuoriserie, guidata da un incerto neopatentato…
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Tracklist:
01. Paint It Black
02. High Speed Rock & Roller Girl
03. Troublemaker
04. Are You Ready
05. Brutality Of Life
Line Up:
Roman Beselt – Voce / Basso
Johann Beselt – Chitarre / Cori
Hubert Beselt – Batteria