Recensione: Bowels Of Earth
Avete mai sentito il detto secondo cui “Non puoi ingannare il death metal”? Probabilmente L-G Petrov e la sua compagnia di instancabili assaggiatori di birra ne sa qualcosa e difatti, a quasi trent’anni dall’esordio discografico con l’eterno “Left Hand Path”, non s’è ancora stancato di tenere il microfono in mano e sputare fuori tutta la rabbia verso il mondo. Facile ipotizzare come le recenti dispute legali con gli ex compagni di scorribande (Entombed) siano servite come benzina sul fuoco per portare i suoi Entombed A.D. al terzo long playing, intitolato Bowels Of Earth. Un titolo semplice e coinciso ma che racchiude la voglia di continuare a spaccare tutto, un album di death metal mescolato con litri di birra triplo malto e rock ‘n roll sporco, grezzo, fradicio di ritmiche veloci e che sanno anche non prendersi troppo sul serio nonostante mantengano una indicibile quantità di cattive intenzioni dalla prima all’ultima traccia.
Sono 10 le canzoni che compongono il nuovo capitolo degli Entombed A.D. e tengono alto lo stendardo del death ‘n roll, un genere così apparentemente fuori dagli schemi in un panorama sempre più asettico. La produzione è ottima, eppure mantiene costante quel sapore di analogico che è ormai soltanto un lontano ricordo e che ci permette di apprezzare un sound ruvido e fatto da partiture che alternano pezzi più veloci a ritmiche più marziali, mai troppo scontate e comunque sempre in grado di farci agitare sulla sedia, figuriamoci in sede live, autentico habitat naturale per una band che ha detto tanto e non intende smettere di abbeverarsi dalla fontana dell’ispirazione. Bowels Of Earth comincia con il piede giusto, quello pesante di pezzi come Torment Remains e Elimination, due rapide scazzottate che mettono in chiaro la voglia di suonare musica pesante e sincera a tal punto da fregarsene di essere a eoni di distanza dai tempi d’oro del genere. Le successive Hell Is My Home e la stessa title-track sono altrettanto crude, ma aggiungono costruzioni in grado di ampliare il mood generale del disco, con Bowels Of Earth che si erge probabilmente quale traccia migliore dell’intero disco. Si tratta di un death ‘n roll elevato al quadrato, anzi al cubo, capace di spezzarti le gambe e infierire sotto i colpi di un bell’assolo di chitarra. Fit For A King non scherza per niente, è veloce, è potente, è dannatamente marchiata a fuoco dal combo scandinavo che ha spalancato le porte al death metal svedese agli inizi degli anni 90.
La seconda metà del disco non è da meno, ma ad essere onesti soffre un pizzico di apnea compositiva, in particolar modo con le troppo tradizionali Worlds Apart e I’ll Never Get Out This World Alive. La conclusiva To Eternal Night è invece più carica di emozioni, soffre e fa soffrire, ma al tempo stesso non dimentica quanto gli Entombed A.D. siano capaci di affrontare il male che respira attorno e tornano a spaccare tutto a testa bassa, senza bisogno di fare prigionieri grazie a un ottimo e personale disco difficile da etichettare come death metal, perlomeno nel senso tradizionale del termine. Bowels Of Earth è un disco ricco di sfumature classiche, carico di pennate dedite all’headbanging più selvaggio e che ha dalla sua la capacità di entrare nell’ascoltatore a seconda dei gusti individuali. Nella stessa maniera risulta ancora più convincente per chi sia avvezzo a determinate sonorità e complessivamente piacevole per chi non si senta habitué del tavolo trasuda-birra di Mister Petrov.
Brani chiave: Torment Remains / Bowels Of Earth / Fit For A King