Recensione: Brand New World
Curato in gran parte dei dettagli e presentato con la consueta raffinatezza, il nuovo album degli svedesi Grand Illusion, pare difettare in un unico – vitale ed irrinunciabile – elemento cardine utile a renderlo un’uscita davvero sopra la media. Le canzoni.
Prodotto al meglio, suonato senza offrire sbavature, interpretato con sicurezza dalla consolidata coppia di singer Per Svensson e Peter Sundell, arricchito da una schiera di guest di primissimo ordine (Gregg Bissonette, Tim Pierce, Mike Slamer, Roger Ljunggren, Kjell Klaesson e Danny Jacob, ovvero personaggi di massimo rispetto all’interno della scena melodica), “Brand New World” piace, accompagna, diletta e mostra aspetti più che positivi. Eppure in pochi e rari casi, riesce realmente ad imporsi all’attenzione, abbandonando la semplice simpatia “epidermica” e superficiale per catturare i sensi, con soluzioni che sappiano rapire e coinvolgere in profondità.
Intendiamoci, definire d’infimo valore quello che, a conti fatti, appare essere il quinto capitolo discografico di una realtà di rock melodico rispettabile e stimata come i Grand Illusion, sarebbe di certo un grosso errore.
Tuttavia, se raffrontato con le esuberanze mostrate in passato – in release stilose e personali come “View From The Top” e “Ordinary Just Won’t Do” – il risultato può apparire effettivamente di minor successo, in un paragone talora accettabile, in altri frangenti quasi impietoso.
L’impostazione è quella classica dell’AOR scandinavo, intelaiatura di un songwriting che basa tutta la propria prestanza sulla scorrevolezza delle melodie e sul fascino di hookline dirette e familiari al primo passaggio.
Armonie cristalline ed atmosfere ammorbidite, che un qualunque appassionato del genere, ha imparato a conoscere nel corso degli anni.
Anche in questo recentissimo come back (la band mancava all’appuntamento con una nuova uscita dal 2004), la formula si orienta sulle medesime coordinate, fallendo tuttavia in più d’una occasione, l’obiettivo di costruire un amalgama di sicura “presa”, mettendosi al riparo da situazioni talora un po’ scontate ed insipide.
I casi più eclatanti sono, nello specifico, individuabili nella pattuglia di tracce significativamente concentrate nella parte mediana del disco: “157 Breakdown”, “Emily”, “Burning Bed” e “Brand New World”, mostrano, infatti, un andamento non certo sgradevole ma – con il procedere del minutaggio – tale da prestare un po’ il fianco alla noia, a causa di strofe dal dinamismo che potremmo definire “blando” e da chorus e ritornelli che non spiccano per particolari doti performanti.
Meglio nel resto dell’album: discrete ma mai appariscenti, “Never Find Her Alone”, “All Out Of Love”, “I’m Alive” (uno dei pochi refrain davvero “immediati”) e “Playing With Fire”, sollevano parecchio le quotazioni del platter, altrimenti un po’ scialbo e condizionato da un’abilità nel comporre tracce ficcanti, non brillante come al solito.
Arrivando al picco massimo della tediosa e poc’anzi citata ballad “Emily”, l’idea di fondo appare netta: “Brand New World” è un disco di “maniera”, utile nel riproporre un moniker di buona levatura come quello dei Grand Illusion, dai risvolti non malvagi o troppo esecrabili, seppure mai paragonabile ai momenti migliori offerti in passato dal combo scandinavo.
Suonato molto bene, prodotto con perizia, ricco di begli ospiti ma un po’ in sofferenza sul piano del purissimo e semplice piacere d’ascolto.
Può bastare per un’onorevole promozione, ma nulla per cui spendere lodi eccessive.
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Tracklist:
01. Never Find Her Alone (3.53),
02. All Out Of Love (4.12),
03. 157th Breakdown (4.31)
04. Emily (4.47)
05. I’m Alive (4.08)
06. Burning Bed (4.42)
07. Brand New World (4.32)
08. Evil And Pain (4.28)
09. Warning Signs (3.43)
10. Playing With Fire (4.00)
11. Sacrifice (4.10)
12. Forever With You (4.39)
Line Up:
Anders Rydholm – Tastiere / Basso / Chitarre
Peter Sundell – Voce
Per Svensson – Voce
Gregg Bissonette – Batteria
Tim Pierce – Chitarra
Mike Slamer – Chitarra su “157th Breakdown”
Danny Jacob – Chitarra
Roger Ljunggren – Chitarra su “Sacrifice” e “Playing with fire”
Kjell Klaesson – Chitarra acustica su su “Forever with you”