Recensione: Break Away
Tra i migliori singer che la scena AOR contempli in termini di eleganza e capacità espressiva, Steve Overland è sicuramente tra i meno acclamati, nonostante un curriculum di assoluto riguardo ed i numerosi successi conseguiti grazie alla militanza negli FM, leggendari paladini del rock melodico.
Tanti gli album incisi in una carriera trentennale, disseminati su vari progetti e partecipazioni (oltre agli FM, meritevoli di menzione anche The Ladder e Shadowman), ma ben poche le prove in solitario.
“Break Away”, in effetti, è il primo prodotto realizzato sfruttando unicamente il prestigioso nome del frontman britannico, giusto omaggio ad uno dei migliori interpreti che il rock “adulto” possa annoverare tra le proprie fila.
Inutile sottolineare e porre in evidenza, quale possa essere la direzione stilistica intrapresa da un platter come “Break Away”.
Melodia a piene mani, infarcita da atmosfere pompose e solari, in cui la vera attrazione risulta essere sempre e comunque la voce di Overland, al solito calda, passionale e sicura in ogni frangente. Un vero piacere riascoltarla, ancora oggi, su livelli tanto eccellenti.
Allo stesso modo, gradevoli le trame intessute dai brani proposti in una tracklisting omogenea e discretamente riuscita. “Alive And Kicking”, “After The Fire”, “This Time” e “Like A River” sono alcuni esempi del talento espressivo in dote all’artista inglese, aiutato da una scelta a livello di produzione piuttosto singolare e “diversa”, molto improntata ad una “moderna teatralità” dei suoni che arricchisce di un che d’insolito le ambientazioni delle singole tracce.
Il merito è indubbiamente da attribuirsi al lavoro svolto da Anders Rydholm, producer e chitarrista molto noto nell’ambiente scandinavo per i trascorsi con gli svedesi Grand Illusion, capace di conferire alle composizioni un profilo estremamente raffinato e d’alta classe – come facilmente intuibile – dalla sensibilità parecchio vicina a quanto offerto dai grandi Toto nel corso degli anni.
L’effetto è assicurato e manda a referto un disco scorrevole ed “amabile”, adatto ad ascolti disimpegnati ma non per questo privo di un valore tecnico rispettabilissimo, confermato dalla presenza in line up di musicisti d’indubitabile bravura ed esperienza. Nulla da eccepire, infatti, sulla solida sezione ritmica composta da Gregg e Matt Bissonette, (rispettivamente batteria e basso), senza dimenticare Ola Af Trampe (anch’egli, ex Grand Illusion), Steve Newman e lo stesso Rydholm alle chitarre.
Un gruppo di sodali, visti spesso insieme in altri progetti (per citare un esempio i Code), sicura garanzia di classe e sostanza.
Un lieve calo qualitativo, percepibile in una seconda parte d’album non convincente quanto il lotto dei primi brani, non impedisce a “Break Away” di porsi all’attenzione degli amanti della melodia, maturando una valutazione senza dubbio di buona caratura.
Piacevole, ben suonato ma soprattutto, ottimamente interpretato, il primo capitolo solista di Overland è un disco che non delude e si fa consigliare agli appassionati senza dare adito ad eccessive riserve o indugi.
Tracklist:
01. This Time
02. Alive And Kicking
03. Break Away
04. Like A River
05. Look Into Your Eyes
06. After The Fire
07. Evangeline
08. Heartache Calling
09. Mad Mad World
10. Lost In Paradise
11. Rescue Me
12. Until Forever Comes
Line Up:
Steve Overland – Voce
Anders Rydholm – Chitarra / Tastiere / Basso
Ola af Trampe – Chitarra
Steve Newman – Chitarra
Gregg Bissonette – Batteria
Matt Bissonette – Basso
Tony Morra – Batteria