Recensione: Breaking Down The Walls [Reissue]

Di Stefano Ricetti - 28 Gennaio 2023 - 0:30
Breaking Down The Walls [Reissue]
Band: Oxido
Etichetta: Minotauro Records
Genere: AOR  Hard Rock 
Anno: 2023
Nazione:
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76

Breaking Down The Walls uscì nel 1990 in tutte e tre le versioni usuali per l’epoca, ossia Lp, Cd e musicassetta. Nel tempo, diversamente da altre realizzazioni, per le quali il vinile divenne di difficile reperibilità se non a prezzi da ladrocinio, per gli Oxido il Cd e la cassetta assunsero valori considerevoli, nella loro livrea ufficiale, quantomeno per chi si interessa di queste cose a livello collezionistico. Per tutti gli altri, ossia la maggioranza, l’importante è far proprio un prodotto fisico realizzato con tutti i crismi del caso in maniera professionale e soprattutto secondo i canali ufficiali e poi gustarselo pienamente, ascolto dopo ascolto.

A riproporre Breaking Down The Walls in Cd in questi primi giorni del 2023 ci ha pensato la storica Minotauro Records, etichetta che quando si muove non delude mai le aspettative, in termini di qualità espressa e cura dei particolari. Il dischetto ottico si accompagna a un libretto di otto pagine con tutti i testi e le note tecniche di rito, l’unica foto della band è quella in copertina.

Gli Oxido, nel 1990 vennero così presentati sulle colonne di Metal Shock:

“Una coalizione italosvizzera con vocalist americano, questi i connotati di una band che si sta facendo strada a colpi di buon heavy rock”

Nati nel 1988, schieravano in formazione tre svizzeri: Pat Reilly (tastiere), Mark Levin (basso), Eve Roxx (batteria), un connazionale, Tancredi “Tank Palmer” Palamara (chitarra) e il vocalist americano, John Luke Lynn. Data la presenza del milanese Palamara gli Oxido, così come accaduto per gli italotedeschi Sphinx circa un lustro prima, vennero spesso etichettati come band italiana (così come fatto volutamente per questa recensione), al tempo, sebbene il taglio conferito dai vari componenti fosse decisamente di respiro internazionale. Non che venire indicati come gruppo tricolore fosse una diminutio, beninteso, semplicemente accadeva così, in quel periodo, probabilmente per comodità dei vari distributori, delle etichette e di tutto l’ingranaggio produttivo. Nonostante questo sudarono le cosiddette sette camicie per poi approdare al contratto con la Polygram (Phonogram/Mercury), per di più a budget limitato, che, di fatto, li imbrigliò sino alla fine dei loro giorni. Pochi, in realtà, perché delusi dall’andamento di Breaking Down The Walls si sciolsero nel giro di breve. E fu un vero peccato perché quel disco, a proprio modo, nascondeva delle autentiche perle.

Uscito probabilmente con un po’ di ritardo rispetto alle aspettative del mercato e del pubblico di quel momento storico, l’opera unica degli Oxido scontò sin da subito una certa mancanza di eco mediatica, che fu fatale in termini di vendite. Musicalmente siamo nel territorio di Sharks, Firehouse ed Elektradrive, tanto per restare in ambito nazionale, sebbene il tiro della formazione italosvizzera guardasse anche alle pulsioni di stampo nordeuropeo, oltre a quelle americane. La loro miscela è fatta di un hard rock dalla forte componente melodica innervata di robuste tastiere con un cantante, John Luke Lynn, assolutamente all’altezza della situazione. Non da meno gli altri pard, Palamara su tutti, a conferire valore aggiunto a un prodotto dall’appeal indiscutibile.

Baby This Night” è una autentica bomba di zucchero velato di hard così come la ballad da accendino acceso al cielo, “Junkie”, che sa colpire dove deve, direttamente al cuore. Altri pezzi dall’alta caratura rispondono ai nomi di “Say Goodbye” e “Tears Fall Down” entrambi struggenti nella loro positiva decadenza.

A livello storico e statistico non mancano ancora tantissime uscite per chiudere definitivamente il cerchio delle ristampe di materiale italiano degli anni Ottanta/primi Novanta. In quest’ottica Breaking Down The Walls assume i connotati della vera chicca per appassionati. Non nascondo il timore che fra qualche anno anche questa uscita griffata Minotauro rientri fra il novero di quelle indisponibili e per di più non soggette a eventuale riproposizione. Meglio muoversi in tempo, quindi…

 

Stefano “Steven Rich” Ricetti         

 

 

 

 

 

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