Recensione: Briganti di Montagna
Da molto tempo, nel cuore della Germania (Turingia, Assia, Sassonia) esiste un movimento folk e folk rock che fino a pochi anni or sono era seguito soltanto da un ristretto cerchio di appassionati. Con il passare del tempo questo fenomeno si è avvicinato sempre di più al metal, riuscendo a unire le due fette di pubblico così bene che Wacken e altri festival importanti hanno aperto le lor porte (e i loro palchi) a band come In Extremo, Schandmaul, Potentia Animi e Corvus Corax.
I Folk Stone sono un esempio di come oggi questo movimento abbia scavalcato le alpi e sia giunto anche in terra italica, questa volta in quel delle montagne bergamasche.
I sette non inventano nulla, ma al contrario di quanto succede per altri ambienti, questo è il vero e proprio vanto della band: dai testi alle melodie circolari e secolari, tutto è un inno alla vita semplice e alla passioni antiche. Briganti di Montagna è un incrocio tra Menhir e In Extremo, in un folk/metal, lontano dalle velocità scandinave, che vuol essere un inno alla semplicità e che si ritrova dominato dalla cornamusa in un incedere quadrato e preciso in pieno stile mitteleuropeo.
Un lavoro con un paio di pezzi davvero buoni (‘In Taberna’ su tutti) e un paio da migliorare, ma l’aspetto importante è stato notare che le basi per una maturazione musicale rigogliosa ci sono tutte, per la gioia per gli amanti di In Extremo, Corvus Corax, Menhir e Ordoerir, i Folk Stone saranno davvero una gradita sorpresa.
Tracklist:
1. In Taberna (In Vino Veritas)
2. Con passo pesante
3. Briganti di montagna
4. Alza il corno
5. Ol gir del druet
Alessandro ‘Zac’ Zaccarini