Recensione: Bringer Of War (The Last Stand)
“Bringer Of War (The Last Stand)” è l’ultima uscita discografica dei brasiliani Rebaelliun, Ep datato 2000 con lo stesso titolo (fatto salva la nuova parte “The Last Stand”), i cui quattro brani sono qui presenti, arricchiti da quattro nuove tracce registrate nel 2017.
La band ci regala un death metal feroce, vicinissimo alla scuola del paese di origine, nello specifico ai Krisiun.
Pochi i punti di riferimento, belva che mastica e fa proprio il malumore e l’odio assimilandone l’essenza per avere nuova energia. Passo deciso, galoppata in cui luoghi impervi vengono dominati, diventando territorio di caccia in cui conosciamo ogni singolo pericolo e punto di appoggio.
Così i Rebaelliun si muovono tra guerra, annichilimento, senza timore o esitazione alcuna su dove poggiare le proprie note. Il lavoro viaggia a ritmi serrati, senza però soffocare i propri intenti nella violenza fine a se stessa, ma anzi variegando in più punti ritmiche ed armonie. Ci sono molti affilati assoli di chitarra ed approcci che rammentano la scuola più tipicamente tecnica degli Usa, elemento che impreziosisce schemi e follia che è più legata alle corde del sud America.
Vi citiamo inoltre divagazioni thrash/hardcore, delirio che si alimenta della bestialità del grind. Uscita interessante, che ci fa riscoprire un po’ il passato della band e che, oltre ad essere chicca per collezionisti, vista la presenza di ben 4 nuovi pezzi, ha le dimensioni di un vero e proprio full-length. Gli amanti della old school non resteranno delusi; discorso simile anche per chi va alla ricerca di personalità e dinamismo con un occhio precipuo alla tecnica. Il grande merito dei Rebaelliun è di non compiacersi di se stessi, restando rudi e genuinamente innamorai di un death metal crudo ed insanguinato. Auspichiamo di risentirli presto, magari con un full-length che ci regali ancora sensazioni.
Stefano “Thiess” Santamaria