Recensione: Brother’s Keeper
Sono letteralmente saltato sulla sedia in un gesto di esultanza quando ricevetti la notizia della reunion dei
Fair Warning. All’epoca dello scioglimento, avvenuto quasi quattro anni fa, subito dopo l’uscita di “Four”, destarono
più di qualche dubbio le occupazioni dei membri della band tedesca, letteralmente scissa in due progetti: da una
parte il chitarrista Helge Engelke e il bassista Ule W. Ritgen davano vita ai Dreamtide, in cui si sentiva
fortissima l’influenza dei Fair Warning, che risultava però come privata dell’anima (la voce di Tommy?) nonché degli
straordinari hook melodici che a detta di scrive decretarono il successo della main band; dall’altra, il singer
Tommy Heart si tuffava a capofitto nei Soul Doctor, di cui divenne leader anche dal punto di vista compositivo,
apportando molti elementi alternative all’immancabile componente hard rock.
Sebbene entrambi i progetti non siano ad oggi ufficialmente tramontati – è recentissima l’ultima release targata
Soul Doctor – sembrava del tutto legittima e per molti versi inevitabile la reunion nella sua line up originale
(completata dal batterista CC Behrens), a conferma del fatto che gli avvenimenti all’indomani di Four fossero stati
del tutto affrettati.
Ed ecco che il sound sopito per cinque lunghi anni emerge prepotentemente dalle tracce di Brothers’ Keeper, sfogando
l’aggressività direttamente discesa dal capolavoro Rainmaker, disco con il quale ha moltissimi punti in comune,
partendo proprio dalla componente più heavy che è probabilmente congeniale alla nazionalità dei nostri.
Sia chiaro, non mancano di certo i suadenti tappeti tastieristici che accompagnano le linee vocali di Tommy, né le
clamorose ballate con cui il cantante accendeva le platee (si preannuncia un tour europeo per la fine del
2006/inizio 2007, e allora segnatevi questo titolo: “All Of My Love”) ma la produzione è più orientata a mettere in
risalto l’ugola portentosa del singer, piuttosto che mescolarne il timbro con i cori (comunque presenti sullo
sfondo) e gli arrangiamenti.
Confermano gli intenti le ritmiche frequentemente in uptempo dei brani, a partire dalla magnifica opener “Don’t
Keep Me Waiting”, ovvero la preghiera che i fan devono aver rivolto ai propri beniamini durante la struggente
attesa, e qui ripagati con moneta sonante, una song davvero strappaconsensi. E il chorus migliore, per chi scrive, è
quello della seguente “Generation Jedi”, altro arrembaggio al podio da riconquistare.
Di qui in avanti, sono solo le sfumature a rendere fresco il susseguirsi dei brani, essendo questi dei continui
centri nel bersaglio: “Rainbow Eyes” è addirittura ballabile, “Push On Me” rientra immediatamente nei binari heavy
delle prime due tracce, e poi ancora una veemente power ballad, “Wasted Time”, con Heart sempre sugli scudi in
simili frangenti. “Once Bitten, Twice Shy” ricorda un po’ l’attitudine della precedente “Rainbow Eyes”, ovvero un
ottimo break tra gli assalti di killer song come sarà poi la bonus track per l’Europa, “Still I Believe”, dal
refrain che strizza l’occhio al pop, ma sempre decisamente rockeggiante.
E se “The Cry” o “The Way” dovessero rappresentare i riempitivi – vista la leggerissima inflessione compositiva – di
un disco lungo oltre settanta minuti, forse è il caso di pensare all’invidia provata da tutti gli autori di album
per cui quei “riempitivi” costituirebbero, e di gran lunga, l’unico highlight.
In tipico spirito goliardico teutonico, infine, i trenta secondi di canti bavaresi inseriti dopo sei minuti di
silenzio al termine dell’ultima song, la radiofonica “All I Want To Do”.
Senza malizie, senza false speranze, senza ipocrisie di sorta, i Fair Warning sono qui di nuovo fra noi comuni
mortali, di ritorno da un periodo in cui hanno riflettuto, e finalmente hanno acconsentito a regalarci un altro
straordinario esempio di Melodic Hard Rock. Maestri.
Tracklist:
- Don’t Keep Me Waiting
- Generation Jedi
- All My Love
- Rainbow Eyes
- Push Me On
- Wasted Time
- The Cry
- The Way
- Once Bitten Twice Shy
- Tell Me Lies
- In The Dark
- Still I Believe (Bonus Track for Europe)
- All I Wanna Do