Recensione: Building An Empire
“Uno dei migliori debut album che abbia mai ascoltato; le dinamiche della
musica lasciano senza fiato. Un must per tutti coloro che apprezzano l’ arte di
suonare musica epica e ambiziosa nel 21° secolo”: queste sono le parole con cui
Steven Wilson (Porcupine Tree) presenta il progetto Demians agli occhi del mondo della musica.
Dietro questo monicker si cela un solo nome, quello di Nicolas Chapel;
polistrumentista francese giunto all’esordio commerciale dopo tanti anni passati
a costruire quello che è il suo “impero personale”.
Building An Empire è il disco d’esordio dell’ambizioso progetto di
Chapel, il
quale si occupa di tutte le parti degli strumenti, della voce e anche del lavoro
in fase di produzione, quest’ultima curatissima nei minimi particolari in modo
da mettere in risalto ogni singolo strumento presente. Il sound che caratterizza il disco
è un progressive che strizza l’occhio ai lavori di gruppi del calibro di Porcupine Tree,
Riverside e Dark Suns; atmosfere cupe, malinconiche che scorrono
lentamente durante tutto il percorso della tracklist. Il vero punto di forza
dell’intera produzione risiede sicuramente nelle melodie; semplici e mai troppo
scontate che raggiungono il loro
culmine con dei ritornelli che si stampano subito in mente.
La prima parte del disco è subito un susseguirsi di vere e proprie perle; si
comincia subito con The Perfect Simmetry, nove minuti in cui vi è il continuo
alternarsi fra sfuriate più “elettriche” e chitarre acustiche che accompagnano
la voce calma e riflessiva di Nicolas, per poi proseguire il proprio cammino con
i delicati arpeggi acustici dell’introspettiva Shine. Ma il vero è proprio punto più alto viene raggiunto
successivamente con l’accoppiata Sapphire/Naive; incantevole e coinvolgente
l’arioso refrain della prima, facilmente più assimilabili le sterzate
leggermente più “commerciali” della seconda. Inutile nascondere l’intelligenza
e la semplicità con
cui Chapel compone le sue opere; ogni traccia risulta essere facilmente
assimilabile grazie all’uso della classica “forma canzone” contraddistinta dal
continuo alternarsi tra strofa e ritornello.
Con l’altra metà del disco si registra un leggero calo di tensione che
proseguirà fino ad arrivare ai primi minuti del pezzo conclusivo; le atmosfere
si fanno ancora più distese e sognanti già dalle prime battute di
Unspoken, la quale scorre elegantemente fra lenti rintocchi di
pianoforte e synth che vanno a riempire quel vuoto lasciato dalla totale assenza
delle chitarre, ques’ultime ritornano ad essere presenti con gli arpeggi
acustici di Temple, caratterizzata dall’aggiunta dei cori che
vanno ad accompagnare efficacemente la voce di Nicolas. La successiva
Empire mette in mostra il lato più sperimentale di Nicolas Chapel
con pregevoli e raffinati inserti elettronici dal retrogusto nettamente ambient
capaci di dipingere atmosfere malinconiche e sognanti. La conclusione del
disco è affidata ai sedici minuti circa di Sand; lunga suite che
ritorna su lidi nettamente più prog-oriented fatti di continui cambi di tempo
sempre a cavallo fra sfuriate più energiche (con tanto di orchestrazioni
sinfoniche) e momenti più distensivi caratterizzati da ritmiche più lente,
guidate come sempre dagli onnipresenti arpeggi delicati ad opera delle chitarre.
Semplicità e gusto melodico sopraffino: accoppiata vincente e convincente che
caratterizza questo splendido esordio della creatura Demians. Inutile scomodarsi
con inutili paragoni, Building An Empire riflette di luce propria
dalla prima fino all’ultima traccia senza rischiare di cadere in quella banalità
che, ahimè, caratterizza gran parte di quelle che sono le composizioni che
invadono il mercato musicale odierno. Tenete a mente il nome di Nicolas
Chapel: ascoltare e godersi il suo disco d’esordio è il primo passo per
avvicinarsi a un ragazzo di cui probabilmente si sentirà a parlare al più
presto.
Angelo ‘KK’ D’Acunto
Tracklist:
01 The Perfect Simmetry
02 Shine
03 Sapphire
04 Naive
05 Unspoken
06 Temple
07 Empire
08 Sand