Recensione: Bullet In Your Head

Di Davide Iori - 3 Marzo 2008 - 0:00
Bullet In Your Head
Band: Made Of Hate
Etichetta:
Genere:
Anno: 2008
Nazione:
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80

I Made of Hate sono una band polacca che si affaccia con questo Bullet in your Head sul mercato discografico per la prima volta, mostrando una padronanza musicale ed una originalità stilistica forse non sorprendente, ma quantomeno encomiabile per una band agli esordi. Cresciuti in una nazione che finora ha sfornato quasi esclusivamente gruppi death nel senso più estremo del termine (Behemoth, Vader…) i nostri prendono una via completamente diversa, facendo si che identificare il loro genere di elezione sia abbastanza complicato: essi si fanno portatori di una musica che molto deve al chitarrismo di
Yngwie Malmsteen così come al power metal in generale, ma al contempo si caratterizza per una voce graffiante ed un piglio generale che fa si che il gruppo di riferimento che viene da identificare per la loro proposta sia quello dei
Children of Bodom. Nel quartetto spicca indubbiamente la figura del chitarrista-cantante
Michal Kostrzynski, il quale, quasi a voler competere con Alexi Lahio, porta su di se sia il peso delle lead vocals che quello delle parti soliste, mostrando in questo frangente una competenza non indifferente che, se non fosse per la mancanza di una varietà stilistico-tecnica maggiore, sarebbe assimilabile a quella di un guitar hero in piena regola. Produzione cristallina e potente, una rarità nei dischi di esordio del giorno d’oggi, completa il quadro generale di un CD che, fin dal primo ascolto, promette davvero bene e riesce a catturare l’attenzione dell’ascoltatore.

Forse nel tentativo di differenziarsi prepotentemente dalla massa, forse in quanto il loro sviluppo artistico li ha portati in questa direzione, i
Made of Hate si caratterizzano fin dalla prima occhiata come un vero e proprio pout-pourri di influenze, tendenze artistiche e commerciali. Ad una copertina in pieno stile metalcore ed ad un logo che fa il verso a quello degli Hatebreed i nostri accostano una musica che ha come caratteristica principale la melodia cantabile ed i fraseggi coinvolgenti di chitarra, alle foto promozionali con braghe extralarge e scarpe di chiara derivazione skate accompagnano un cantato che, pur andando verso l’estremo, si ferma al graffiato e rarissime volte sconfina nello scream vero e proprio. Testi ed effetti sonori ad hoc (suoni di spari, di pistole che vengono caricate…) fanno si che la musica che si ascolta in questo
Bullet in Your Head sembri voler portare il power metal nelle strade, dare ad esso una veste maggiormente aggressiva ed orientata alla vita del ghetto, tuttavia rimanendo nel campo della melodia più spinta, a tratti addirittura neoclassica. C’è da sottolineare comunque che tutto questo strano turbinio di caratteristiche anche contrastanti tra loro è evidente soltanto nelle prime tracce e va progressivamente scomparendo nel prosieguo del disco… mano a mano che procede nell’ascolto si nota infatti come in fin dei conti i quattro polacchi abbiano una formula compositiva abbastanza semplice: tempi veloci ma non eccessivamente e campo libero alla chitarra, la quale spicca come la vera protagonista di questo platter imponendosi in ogni singola canzone.

Dopo tutte queste considerazioni, anche di carattere non prettamente musicale, giungiamo ad una conclusione, cercando di concentrare l’attenzione unicamente sull’aspetto artistico:
i Made of Hate sono un gruppo talentuoso e, anche se acerbo in alcune cose, già in possesso di un’ottima tecnica strumentale, un gusto compositivo non indifferente e di uno stile che, sebbene ricordi gruppi come i Sonata Arctica o i già citati Children of Bodom, è abbastanza originale all’interno di un genere, il power metal che strizza l’occhio ai generi più estremi, che nonostante tutto non ha mai avuto una grande varietà di proposte. Melodico ed ascoltabilissimo questo
Bullet in your Head ha come sua cifra il chitarrismo di Michal Kostrzynski il quale diviene tuttavia sia la delizia che la possibile croce del platter, in quanto, sebbene i soli siano sempre di indubbio gusto, alcuni, ed in particolare coloro che non amano l’ostentazione tecnica, potrebbero essere contrariati dal fatto che un singolo strumento sia sempre in primo piano ed a volte sia preponderante anche rispetto al cantato.

A voi la scelta dunque, in questa sede possiamo unicamente dire che se amate la faccia opposta del power moderno rispetto a quella di angra e compagnia perdervi questo disco potrebbe essere un piccolo grande rimpianto.

Davide Iori

Tracklist:

1- Bullet in Your Head
2- Ah Eye for an Eye
3- On the Edge
4- My Last Breath
5- Mirror of Sins
6- Hidden
7- Judgement
8- Deadend
9- Fallout

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