Recensione: Burn

Di Nicola Furlan - 11 Aprile 2010 - 0:00
Burn
Band: Havok
Etichetta:
Genere:
Anno: 2010
Nazione:
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77

Sembra proprio che il thrash metal stia vivendo una seconda età dell’oro dopo
quella che l’ha reso immortale, ormai venticinque anni or sono. A conferma della
genialità partorita dalle ‘bay area band’ del tempo, oggi come oggi è proprio
quell’ispirazione a condizionare la volontà delle giovani promesse dedite al
thrash metal poco ‘teutonic style’ e molto made in USA. Quello stile che tanto
fece scuola, quell’attitudine tanto sincera che ne dettò gli stilemi, ora sembra
pulsare nuovamente nel cuore degli affezionati.

Certo, parte di questo brulicare è sospinto dall’inerzia della solita (ovvia)
moda che rappresenta le inevitabili implicazioni commerciali dettate dalla
crescente domanda di dischi thrash metal, ma la qualità è oggettivamente alta. E
non sono solo le big band del passato a ributtarsi (con successo) in pista.
Spuntano qua e là nomi interessanti, sia negli Stati Uniti, sia nel resto del
mondo (Italia compresa). Beh tra tante, una di queste realtà si chiama Havok,
proviene da Danver, in Colorado e, grazie al contratto siglato con Candlelight
Records, immette sul circuito internazionale l’esordio intitolato “Burn”.
Diciamolo subito, qui non c’è nulla di innovativo. Nulla che abbia a che vedere
con correnti neo-thrash stile Nevermore o Machine Head, band che, grazie alle
loro brillanti produzioni, lasciarono trapelare la possibilità che un nuovo
corso si stava delineando. No, nulla di tutto questo. Si compie un deciso passo
indietro, si guarda al passato, alla classica forma canzone, al solito mood
pregno di aggressività. I brani sono quindi potenti, veloci e scanditi da
mitragliate di doppia cassa. Il cantato è impetuoso e il songwriting irruente.
La produzione, “sporca” al punto giusto, si rifà agli stilemi dei dischi del
passato, senza comunque perdere la potenza che contraddistingue il sound della
band. E sebbene i richiami dei Testament di “Low” e degli Exodus di “Force of
Habit” siano palesi, gli Havok riescono anche a garantire quel quid in più che
non li rende patetici copiatori. In particolare sono il drumming e i soli a
spiccare per qualità grazie anche all’abilità che identifica Shawn Chavez e
Scotti Fuller, rispettivamente chitarrista e batterista del combo statunitense.
E non è da meno la veemenza con cui si esprime in cantante David Sanchez.

“Burn”, semplicemente, è consigliato caldamente agli amanti dello storico
thrash californiano, a chi ha rispettato e saputo apprezzare gli ultimi grandi
dischi ‘bay area’ di inizio anni novanta. Null’altro da dire.

Nicola Furlan

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Tracklist:
01 Wreckquim
02 The Root of Evil
03 The Path to Nowhere
04 Morbid Symmetry
05 Identity Theft
06 The Disease
07 Scabs of Trust
08 Ivory Tower
09 To Hell
10 Category of the Dead
11 Melting the Mountain
12 Afterburner

Formazione:
David Sanchez: Voce e chitarra
Shawn Chavez: Chitarra
Jessie de los Santos: Basso
Scotti Fuller: Batteria

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