Recensione: Burning Memories (Demo Collection 1995- 2001)
Molto strana questa uscita targata Disease, un gruppo che da ormai quasi 10 anni si muove nell’underground italiano, visto che è davvero raro sentire una sorta di compilation in demo, come infatti dice il titolo questo cd raccoglie i demo della band dal 1995 al 2001.
L’inizio è affidato a “Empowering from Chaos”, pezzo registrato nel 2001 e presenta in forma “raw”, cioè non col mixing finale. Quello che traspare da questa canzone è una cattiveria e una fantasia compositiva davvero di altissimo livello, cambi di tempo chirurgici e sempre ben studiati danno al brano un impatto davvero devastante, il Thrash tecnico dei Disease colpisce subito nel segno, da segnalare come questa sia l’unica traccia che vede dietro al microfono il chitarrista Flavio Tempesta, che riesce a districarsi bene tra i due ruoli ma che, come vedremo più avanti, forse non riesce a convincere come il vecchio singer Cristiano Lorenzetti.
L’ascolto prosegue poi con le tracce del lavoro uscito nel 1998, cioè “ADIXIIX”, un lavoro che mette in mostra una band compatta e cattivissima, come in “Odium the First Time” o “Mass Immolation”, compatta e potente la prima e veloce e tirata la seconda, ma anche un gruppo con le idee molto chiare in fase di songwriting, come dimostra la bellissima “Will I Embrice it Again, dove la band sfoggia una varietà compositiva davvero impressionante, passando da momenti rilassati ad accelerazioni al fulmicotone, in crescendo davvero irretibile nel corso degli oltre 11 minuti di durata. Come accennavo prima è davvero bravo Cristiano Lorenzetti alla voce, in grado di interpretare senza problemi le atmosfere che la musica suggerisce, sia quelle più rilassate e melodiche sia quelle più cattive. Ci sono poi “Awake, Shine, Erase”, forse la meno convincente del lotto ma sicuramente valida, e la splendida “Isis with Gaze”, altri 9 minuti e passa di canzone in cui la band sfoggia ancora una volta tutto il suo talento, con tecnica e cattiveria che si fondono a creare una canzone originale e dannatamente coinvolgente, complice anche un inaspettato break melodico con tanto di cantato in italiano.
Si passa poi al Promo targato 1996, che comprende “Empty Handed Enemy” e “Mind Escape”, un lavoro che penso di poter giudicare interlocutorio, con la band che già mostra tutto il suo potenziale ma che forse in queste due canzoni non riescono a mettere pienamente in luce, di sicuro ottimi brani ma senza quel tocco in più che caratterizza le canoni del demo successivo di cui ho parlato qui sopra. Comunque anche in questo caso si tratta di brani Thrash parecchio tecnico senza essere noioso, forse le linee vocali di “Empty Handed Enemy” potevano essere studiate meglio, ma in ogni caso anche andando a ritroso negli anni i Disease riescono a rimanere decisamente convincenti.
Si arriva così al primo demotape, cioè “Dark Heart Behind”, datato 1995, in questo caso i pezzi un po’ più semplici di quelli che si sono finora ascoltati, ma è chiaro come fin da allora la qualità della band fosse davvero alta, e “Scarred”, “N.P.N.” ed “Hyposcrisy” colpiscono duro nonostante qualche ingenuità dovuta sicuramente all’inesperienza del gruppo a quel tempo, l’unica canzone che davvero non mi è piaciuta è “Noble Night”, davvero troppo scontata e banale, ma dopotutto un piccolo passo falso, ad un gruppo all’epoca esordiente è decisamente perdonabile.
Il cd si chiude con una bonus track, cioè “Re-Scarred (brutal mix)”, una sorta di esperimento con sonorità elettroniche, spero sinceramente che questo pezzo non rappresenti il futuro dei Disease ma solo appunto una sorta di esperimento che la band ha voluto provare.
Tecnicamente la band è sempre su ottimi livelli, nonostante i vari cambi di line up tra un lavoro e l’altro, e soprattutto nelle cose più recenti il livello diventa davvero altissimo.
I suoni, come è logico che sia, variano in base ai vari periodi, e se quelli di “Dark Heart Behind” sono un po’ troppo cupi ed impastati, su “ADVIXIIX” sono piuttosto buoni, forse un po’ poco potenti.
I Disease sono un gruppo che, alla luce di quanto si sente su questo “Burning Memories”, può puntare davvero molto in alto, sia a livello di songwriting che a livello tecnico non hanno davvero nulla da invidiare a band molto più conosciute di loro, adesso non resta che vedere cosa faranno in futuro e sperare chq qualcuno si accorga di loro, dando al gruppo la possibilità che di sicuro merita.
x contatti: flaviotempesta@libero.it