Recensione: Cabal Cripta
A dimostrazione della vitalità della scena thrash italica, si sottopongono alla nostra attenzione e al nostro giudizio i marchigiani Cabal Cripta col loro primo, omonimo vagito musicale. Si tratta di un’autoproduzione la cui durata è di un full-length e la cui qualità di registrazione è su livelli abbastanza alti da poter essere ritenuta alla stregua di una professionale.
Le coordinate stilistiche dei Nostri vanno individuate innanzitutto nel thrash metal, ma non tanto quello classico ‘ottantiano’ proveniente dagli USA, quanto in quelle spinte moderniste che da sempre vengono fatte risalire all’avvento dei Pantera e del loro groove metal. A ciò aggiungete un pizzico dei Kreator dell’ultimo decennio e una spruzzata di hardcore che risalta in particolar modo durante alcuni breakdown disseminati nel corso dei circa cinquanta minuti cui dura il demo, e dovreste avere sufficientemente chiaro ciò da cui i Cabal Cripta partono per cercare una propria dimensione musicale.
Pronti, via, e c’è subito il pezzo più efficace e probabilmente più ruffiano del disco, “The Flag You Adore”. Il groove di cui si accennava è qui ben presente e il tappeto ritmico costruisce l’ossatura solida di un brano coinvolgente e dal sicuro impatto, che permette anche di conoscere il timbro vocale di Marco; un cantato sporco decisamente spostato verso il growl. Nella parte iniziale dell’album i quattro ragazzi marchigiani tentano la strada della varietà a tutti i costi, quasi a voler subito dimostrare di non essere una band ripetitiva o priva d’idee: per raggiungere tale scopo, dopo la solida opener, troviamo la ‘kreatoriana’ “Power Source”, cattiva e aggressiva, e “Run You Over”, lenta e pesante.
Tuttavia, questo tentativo iniziale di dar l’idea di un songwriting vario e ispirato naufraga con una serie di pezzi un po’ stiracchiati che perdono mordente. E così, dopo una manciata di brani anonimi che poco aggiungono all’economia del disco se non per allungarlo e annoiare l’ascoltatore, il trittico finale riesce ad avere un impatto ancora maggiore: tre brani dalla qualità elevata che contrastano decisamente con gli opachi filler che li precedono, e che si conquistano di diritto la palma di migliori brani dell’uscita. Sugli scudi “Here Forever”, senz’ombra di dubbio il pezzo più thrash e ficcante presentato dai Cabal Cripta in quest’omonimo debutto, e “Reign Under Hell”, la cui parte iniziale incita a un massiccio headbanging.
Al termine dell’ascolto rimangono sensazioni tutto sommato positive: i Cabal Cripta hanno tiro e sciorinano alcuni riff che, se sfruttati e posti in maniera più efficace, avrebbero brillato ancor di più. Ed è proprio qui che emerge quello che, momentaneamente, possiamo etichettare come un difetto di gioventù; cioè un livello di scrittura ancora piuttosto acerbo che porta i Nostri a non centrare sempre al meglio il focus del brano, disperdendo alcune buone idee e tirando per le lunghe alcune canzoni. Finendo così per renderle noiose e deleterie riguardo alla complessiva esperienza d’ascolto. Con una buona maturazione in fase compositiva e mantenendo i segnali incoraggianti che già s’intravedono, la band potrà ambire a risultati migliori e soprattutto potrà proseguire lungo il percorso, qui ancora appena accennato, della ricerca di un sound che li caratterizzi in maniera più chiara e riconoscibile. Per ora una buona sufficienza, stimolante per impegnarsi e per migliorarsi di più.
Luca “Nattefrost” Trifilio
Discutine sul forum nel topic relativo!
Track-list:
1. The Flag You Adore 4:50
2. Power Source 5:24
3. Run Yu Over 5:07
4. The End Of The Beginning 5:41
5. What I’ve Got To Say 3:58
6. I Like It Evil 2:21
7. Despite Your Prayers 6:28
8. Here Forever 5:36
9. Reign Under Hell 5:33
10. Born To Murder 4:57
All tracks 50 min. ca.
Line-up:
Marco – Voce
Fabio – Chitarra
Ramon – Basso
Alessandro – Batteria