Recensione: Caged and Tortured
Ormai è cosa nota che il sottobosco metal tricolore degli ultimi tempi sia particolarmente ricco di talenti: quando poi il nostro già citato sottobosco si riempie di ensemble dal calibro internazionale lo spessore artistico di quanto proposto aumenta in misura esponenziale…almeno questo è quanto mi è capitato nei confronti dei nostrani Legion Massacre, formazione guidata dal citarrista di origini elleniche Stavros Bontitopoulos che ora vede nel proprio organico il bassista/cantante di origini ecuadoriane Carlos Reyes e l’italiano Riccardo Grechi dietro le pelli.
Un EP che, diciamocelo subito, dimostra in maniera prepotente e marziale le brutali potenzialità espresse da questa piccola realtà tricolore: partendo dalla copertina disegnata da Roberto Toderico, già al lavoro con gruppi del calibro di Sinister ed Asphyx, fino alla produzione interamente plasmata da George Bokos, ex-Rotting Christ ed ex-Nightfall, il risultato è un gustoso assalto all’arma bianca di sano e robusto death metal con una produzione sonora decisamnete sopra la media per un gruppo all’esordio. L’originalità non pare essere certo un punto di forza del terzetto, al contrario del songwriting e dell’efficacia delle soluzioni sonore, spesso avvincenti, che danno voce ai quattro brani presenti su questa breve ma intensa opera di distruzione sonora.
Già con l’iniziale ‘Caged and Tortured’, title-track del lavoro, le carte in tavola appaiono chiare: l’impenetrabile muro di chitarre concede tregua solo al basso impetuoso e alla voce cavernosa del singer, lasciando alla batteria il compito di scuotere le carni in maniera sadica e prepotente. I riff di matrice thrash-death di pura scuola Asphyx ben si fondono alla prestazione intensa (lo stile è proprio di un certo metal estremo sudamericano, caratteristica in grado di accrescere ulteriormente gli assi nella manica del terzetto) e gutturale del vocalist Carlos, davvero degna di nota. Notevoli anche i pregevoli rallentamenti e le soluzioni melodiche che avvolgono il brano, con un sapore sempre viscido ed abrasivo, senza mai scadere nel death melodico puro: la ricetta della Legione del Massacro tiene buona fede al suo nome scevro di compromessi e punta tutto sull’assalto frontale, senza però stancare l’ascoltatore.
Stesse coordinate con ‘Mental Slavery’, dove un mid-tempo cattivissimo ed infarcito di un lavoro di doppia cassa terremotante: ancora notevoli gli improvvisi cambiamenti ritmici, sempre infarciti di melodia, in grado di rendere la struttura sufficientemente varia ed interessante. Pregevole anche il breve solo di chitarra (che per certi versi pare ricordare i Nile) ed in finale spezzato & spezzacollo (- cioè il nostro…ehm – Nda).
Il fattore thrash ricopre una maggiore importanza nella successiva ‘Carnival Of Blood’, un susseguirsi di thrash riffs di matrice teutonica che ben si fondono a rallentamenti e melodie, per uno dei brani più vari e particolari dei quattro presenti in questo breve EP. La conclusione è affidata al basso slabbrato e maligno del signer, in graod di aprire le danze alla conclusiva ‘Doomed Society’, un brano sicuramente più lento dei precedenti che sfocia in un mid-tempo minimale ma intenso degno della più sincera tradizione thrash/death, il tutto arricchito da assoli dal flavour ‘orientaleggiante’ che sembrano a tal punto uno dei tratti spiccanti del combo.
In conclusione, un EP breve ma godibilissimo, sincero ed animato da tanta, ma proprio tanta, passione per la propria arte.
I brani sono sostanzialmente omogenei senza risultare l’uno una fotocopia dell’altro, difetto tipico di molte band al loro esordio assoluto: ciò non è assolutamente una caratteristica dei Legion Massacre in cui, al contrario, presentano uno stile compatto degno di una bomba ad orologeria, sicuramente pronta ad esplodere alla grandissima nel prossimo full-length.
In pratica ora anche l’Italia ha i suoi Asphyx, il tutto condito con un pizzico di intrenazionalità e quella dose di approccio personale che non guasta mai.
Promossi: ora aspettiamo il full-length vero e proprio per confermare o smentire quanto di buono detto su questi quattro feroci, dolorosi e letali morsi di una Bestia desiderosa di venire alla luce con innata prepotenza.