Recensione: California
I Riverdogs nascono a Los Angeles nel 1989. La band, capitanata dal chitarrista Vivian Campbell ha dato alla luce tre album in studio: nel 1990 il debut omonimo, nel 1993 “Bone” e “World Gone Mad” nel 2011.
La band torna , a sei anni di distanza, con un nuovo full-length in studio e la line-up interamente originale. La miscela è sempre stata quella di creare un hard rock ad ampio respiro discografico, con alcuni innesti di blues. Assoli di chitarra e melodie ci prendono per mano in un sound accogliente e familiare. Il pregio del progetto è stato quello di proporre qualcosa di questo tipo in un periodo in cui forse certi suoni non erano più così di moda, apprezzandone quindi la genuinità e spensierata voglia di far musica slegata a determinati clichè del periodo. Band che ai tempi è rimasta su onde che comunque rispecchiavano territori già esplorati da molti e che non ha mai davvero sfondato.
Vivian Campbell è artista navigato, il cui curriculum vanta presenze in realtà di spicco quali Ronnie James Dio, Whitesnake e poi entrando in pianta stabile nei Def Leppard.
Con i Riverdogs potremmo anche parlare semplicemente di melodic rock in più punti del full-length, perché è vero che alcuni riff di chitarra e tonalità sforano in qualcosa di più duro, ma il trend e le armonie sono decisamente suadenti. “California” è lo sguardo appagato di una giornata tranquilla, il sole che tramonta all’orizzonte e noi ad osservarne innamorati i colori.
Se andate cercando novità o sperimentazione passate la mano, se invece volete emozionarvi con spensieratezza di fronte ad un sound frizzante, con assoli di chitarra luminosi e una verve old school accomodatevi pure. Ritornelli accattivanti, mite hard rock a cui molti potranno avvicinarsi senza timore alcuno di scottarsi.
Stefano “Thiess” Santamaria