Recensione: Calling The Wild / Fight [Reissue]
Dorothee Pesch è un’icona dell’heavy metal.
Dorothee Pesch possiede un cospicuo seguito nella natia Germania.
Basterebbero queste due frasi per farsi un’idea del perché l’etichetta Spv/Steamhammer abbia fatto uscire sul mercato le reissue – ben distinte – di Calling The Wild (2000) e Fight (2002), quindi due album di recente pubblicazione, che probabilmente non necessitavano affatto di un’operazione del genere. Ma, si sa, le vie del signore sono infinite così come i modi per recuperare Euro freschi e poter rimpinguare delle casse che negli ultimi tempi urlano vendetta. Anche in falsetto, se necessario.
Al di là delle belle confezioni digipak, che di sicuro faranno portare la mano al portafoglio agli ultras della graziosa biondina, difficilmente chi acquistò al momento dell’uscita a suo tempo i due album correrà al primo negozio per farli suoi di nuovo. Una mossa del genere può viceversa essere manna dal cielo per i neofiti che vogliano conoscere per la prima volta la proposta musicale di Doro, trovandosi un paio di uscite in altrettante confezioni patinate, anche se in quest’ultimo caso, probabilmente, sarebbe magari meglio procurarsi qualcosa dei Warlock.
Calling The Wild è un album dignitoso, che abbonda di special guest e che al proprio interno mesce la vena melodica di Dorotea – come al solito sempre molto presente – con episodi più graffianti, senza mai però esagerare. In definitiva un disco equilibrato che esprime il meglio di sé nella splendida ballad Give Me a Reason, la classica traccia che non annoia mai, e la dolce cover Love Me Forever, dove la Pesch duetta alla grande, come prevedibile, con Herr Motorhead Lemmy Kilmister.
Da segnalare anche la sincopata e ben riuscita White Wedding di Billy Idol – roba da scapocciate ritmiche a go-gò -, poi Burn It Up, Kiss Me Like a Cobra, Who You Love e la drammatica Scarred. Non mancano tracce riuscite male come la forzatamente modernista I Wanna Live, fuori contesto pieno mentre risulta impossibile non citare le toccanti, e in sequenza, Constant Danger/Black Rose.
Per quanto attiene i “plus” in dote a Calling The Wild, essi sono raccolti in un ulteriore dischetto ottico e aperti da un brano molto ben eseguito come il lento Alone Again, dove la “dolce” voce della “dolcissima” Doro Pesch si scontra ancora una volta con l’ugola alla carta vetrata di Lemmy. I Want More parte su di una base molto dura di basso e chitarra e ricalca in lingua inglese il brano già presente sulla versione originale Ich Will Alles. Rip Me Apart mette in mostra il lato dark di Doro, colpendo nel segno nonostante proponga gli usuali canoni del tipico songwriting della Pesch, consuetudine che avvolge anche la successiva I Adore You. Da segnalare il riffing galoppante della chitarra accompagnato dalla sezione ritmica, non particolarmente di uso così frequente in quel di Dusseldorf. Volete sapere in quante salse differenti si può proporre un solo brano missandolo in base all’obiettivo e al target da raggiungere? Et voilà, ecco servite ben sei versioni di Burn It Up con la “guastafeste” Ich Will Alles (acoustic version) dal vivo a spezzarne l’egemonia.
Calling The Wild si sviluppa in una confezione “a libro” di sei facciate e un canonico booklet dove spiccano due pagine dedicate alle “liner notes by Doro”, nelle quali la protagonista insieme con il bassista Nick Douglas, svela alcuni aneddoti sui vari brani.
Sterzata modernista in Fight, in generale per quanto attiene i suoni e talvolta anche nel songwriting, come ben inquadrato dalla title track, con Doro poco a suo agio in territori così duri e fini a se stessi. Cambio di ambiente e di resa con la consona e calzante Always Live To Win, poi è un susseguirsi di avventure in lidi consolidati e altri inesplorati – o quasi – come in Descent, dove fa capolino Pete Steele (RIP). La suadente e ispirata Doro irrompe in Undying e appena dopo nella vibrante Legends Never Die, seguono episodi per certi versi azzardati che scorrono senza lasciar traccia. Leggera ripresa con il rallentamento operato in Fight By Your Side, buoni i riff iper-classici a la Saxon di Chained – unico particolare da segnalare – e chiusura in levare affidata alla suadente e commovente Hoffnung.
Rispetto a Calling The Wild le cinque bonus track di Fight trovano spazio in fondo al Cd originale. Song For Me ricorda i giochi melodici della chitarra di Campbell in Ain’t No Nice Guy dei Motorhead, anche se nel caso di Doro il brano si rivela una sorta di unplugged sufficientemente riuscito e nulla più, dove probabilmente la bionda teutonica dà il meglio nelle lyrics. La successiva Untouchable riporta la violenza elettrica dell’ascia in un pezzo che scimmiotta il classico Burn It Up, Toujour Pour Gasner altro non è che Always Live To Win con un po’ di francese in mezzo, con quest’ultima riproposta appena dopo in versione acustica dal vivo in un locale fra pochi intimi, quantomeno a giudicare dalla tiepida risposta del pubblico. Ancora presentazione in tedesco per l’ultimo pezzo in scaletta: l’immortale Breaking The Law dei Judas Priest (nell’occasione in acoustic version) con l’intervento dei pochi presenti in sala sul refrain. Interpretazione bene eseguita, per carità di patria, ma che lascia qualche perplessità per via dell’ambientazione “molle”, a mo’ di pesce fuor d’acqua.
Come per Calling The Wild anche questa reissue di Fight possiede sei facciate e il libretto con le note di Doro e Nick riguardo alcuni pezzi.
Al di fuori delle perplessità esposte a inizio recensione, analiticamente le due singole uscite possiedono un discreto peso specifico e gli album di per sé sono piacevoli: il miele è ben distribuito e di gran qualità mentre per quanto attiene la Dorotea Pesch più dura e ispirata è decisamente meglio rifugiarsi nei primissimi album della Killer Queen tedesca, sempre che non si vogliano scomodare i Warlock.
Stefano “Steven Rich” Ricetti
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CALLING THE WILD
Tracklist: CD1:
01. Kiss Me Like A Cobra (03:18)
02. Dedication (I Give My Blood) (03:54)
03. Burn It Up (02:45)
04. Give Me Your Reason (04:19)
05. Who You Love (03:51)
06. Scarred (04:39)
07. Ich Will Alles (02:26)
08. White Wedding (04:37)
09. I Wanna Live (02:42)
10. Love Me Forever (05:15)
11. Fuel (03:50)
12. Constant Danger (03:39)
13. Black Rose (03:42)
14. Now Or Never (Hope In The Darkest Hour) (03:51)
15. Danke (02:57)
CD2:
01. Alone Again (04:20)
02. I Want More (02:25)
03. Rip Me Apart (03:42)
04. I Adore You (03:22)
05. Burn It Up (Thunder Mix) (03:03)
06. Burn It Up (Lightning Mix) (03:03)
07. Burn It Up (Burning Mix) (03:14)
08. Burn It Up (Burning Hot Mix) (03:19)
09. Burn It Up (Lightning Strikes Again Mix) (02:41)
10. Ich Will Alles (Acoustic Version) (01:48)
11. Burn It Up (Acoustic Version) (03:42)
Line-up:
Doro Pesch – Vocals
Joe Taylor – Guitars
Jimmy Harry – Guitars, Bass, Keyboards, Drums
Nick Douglas – Bass Guest members:
Slash – Guitars
Al Pitrelli – Guitars
Andreas Bruhn – Guitars, Bass, Keyboards
Jurgen Engler – Guitars, Bass, Keyboards
Lemmy Kilmister – Bass, Vocals
Thomas Francke – Drums
Eric Singer – Drums
FIGHT
Tracklist:
01. Fight
02. Always Live To Win
03. Descent (feat. Pete Steele)
04. Salvaje
05. Undying
06. Legends Never Die
07. Rock Before You Bleed
08. Sister Darkness
09. Wild Heart
10. Fight By Your Side
11. Chained
12. Hoffnung (Hope)
13. Song For Me
14. Untouchable (bonus track)
15. Tourjour Pour Gasner (bonus track)
16. Always Live To Win (acoustic) (bonus track)
17. Breaking The Law (acoustic) (bonus track)
Line-up:
Doro Pesch – Vocals
Joe Taylor – Guitars
Oliver Palotai – Guitars, Keyboards
Chris Lietz – Guitars, Bass, Keyboards
Nick Douglas – Bass, Keyboards
Johnny Dee – Drums