Recensione: Callous Kagathos [Reissue]

Di Angelo D'Acunto - 3 Novembre 2008 - 0:00
Callous Kagathos [Reissue]
Band: Naumachia
Etichetta:
Genere:
Anno: 2008
Nazione:
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74

Uscito originariamente nell’anno 2007 tramite Empire Records, Callous
Kagathos
è il secondo full-length dei Naumachia, successore di quel
Wrathorn

che già aveva fatto ben sperare per le sorti della band polacca. La ristampa in
questione è curata dall’attivissima Metal Mind Productions, label che da un po’
di mesi a questa parte si sta mobilitando nel far conoscere al mercato europeo
le migliori realtà provenienti dall’underground polacco, pubblicando il più
delle volte

prodotti sempre di livello medio-alto.

I Naumachia (che è la trasposizione in greco di “battaglia navale”)
non deludono le aspettative e rimangono fedeli al livello qualitativo proposto
dall’etichetta polacca. Per quanto riguarda i contenuti, il sound della band

continua a seguire quelle che erano le coordinate stilistiche degli esordi: un
ibrido fra il death metal più tradizionale e il black sinfonico. Insomma, non
esattamente la
solita minestra riscaldata, se già una certa personalità scaturiva fuori da
quelli che erano gli esordi, con Callous Kagathos il songwriting della band matura notevolmente, nonostante in alcuni
frangenti si tenda troppo a strafare nel tentativo di imboccare altre vie, come nel
caso della conclusiva Deadly Threshold, traccia che devia verso territori
nettamente più gothic-oriented in cui troviamo l’intreccio fra il cantato
pulito del singer Tomasz e gli inserti di voce femminile ad opera di Monika Urlik:
un duetto non privo di fascino, ci mancherebbe, ma che alla fin fine risulta
stonare con quello che è il contesto dell’intero album. Nonostante questo, il
resto del disco è composto da pezzi ben strutturati e che convincono in
pieno anche dopo una buona dose di ascolti. Già l’opener Centurion ci mette di
fronte alle ottime qualità del combo polacco, sempre bravo a bilanciare
perfettamente violenza e melodia muovendosi abilmente fra riff granitici ad
opera delle chitarre, blast-beat di batteria onnipresenti e inserti sinfonici di
tastiera. Il resto della tracklist è composta da pezzi che rimangono fissi su
livelli qualitativi decisamente alti; su tutti spiccano i frequenti cambi di
tempo dell’ossessiva Speculus Mundi e l’introduzione dal
retrogusto jazz della violenta Minimum Fatal Dose.
Restano da segnalare infine una produzione ben curata nei dettagli e l’ottima
prestazione di una sezione ritmica che non perde mai un colpo, sopratutto grazie
al drumming dinamico e preciso al punto giusto di Hord Beraht.

Questa non è altro che l’ennesima conferma di quello che è l’ottimo stato di
forma della scena musicale polacca, sopratutto per quanto riguarda i gruppi meno
blasonati e che, grazie all’ottimo operato della Metal Mind Productions, hanno
la possibilità di farsi conoscere al di fuori dei confini della madre patria. I
Naumachia rientrano in questa lista e, grazie sopratutto ad una proposta
musicale di qualità, avranno sicuramente più di una possibilità di non passare
inosservati agli occhi del pubblico europeo.

Angelo ‘KK’ D’Acunto

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Tracklist:

01 Modern Victimology
02 Centurion
03 Speculus Mundi
04 Sanguine Harvest
05 Minimum Fatal Dose
06 MILD
07 Satyriathis
08 Sublatio
09 Tenebroso
10 Morsus Ora
11 Ancient Breed
12 Harvesterror
13 Deadly Threshold

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