Recensione: Capture the Magic
Negli ultimi anni stiamo assistendo ad una interessante riscoperta del power metal di stampo americano, con sempre più gruppi che si ispirano a certe sonorità che richiamano alla mente bands del calibro dei primi Savatage, dei Metal Church, dei Doctor Butcher, Steel Prophet e via discorrendo. Gli Icarus Witch sono quattro ragazzi di Pittsburgh che intraprendono questa ambiziosa strada, giungendo finalmente al loro debut album dopo aver rilasciato nel 2005 un interessante Ep dal titolo Roses on White Lace, di cui tuttavia non troviamo tracce nel lavoro che mi appresto a recensire. La band è formata da Matthew Bizilia alla cove, Steve Pollick alle chitarre, Jason Myers al basso e alle tastiere ed infine da Jere Jameson alle batteria. Capture the Magic sarà disponibile anche in versione limitata con un bonus cd che conterrà 4 cover (tra cui Evilution dei Running Wild, già presente nella compilation tributo ai pirati, The Revivalry), l’intero Ep della band e il video di Capture the Magic.
Come accennavo sopra, il promo in mio possesso non comprende il bonus cd, per cui mi immergo dritto nell’ascolto di questo dischetto con grande curiosità ed interesse, essendo il sottoscritto un amante del metal ottantiano. Ed ecco che il mio stereo inzia a pompare musica con tutti i crismi, un potente mix di metal classico e US power metal, con una sezione ritmica serrata e precisa, un eccezionale lavoro alle chitarre, sempre pronte a sviluppare fraseggi e riffs efficaci e poderosi, agevolate da una produzione che ne mette in risalto il ruolo di strumento guida, e un singer che interpreta alla grande linee vocali non ispiratissime sotto il profilo della melodia ma ugualmente d’impatto e varie. Si tratta dunque di una band ben amalgamata nelle sue individualità, che lascia trasparire passione e competenza nell’approcciarsi ai rispettivi compiti. Fin qui le note di merito.
Purtroppo esistono anche degli aspetti non propriamente positivi che relegano questo debutto tra le tante uscite che rischiano di non catturare l’attenzione dei media e degli ascoltatori, finendo nel dimenticatoio troppo presto. Dopo i primidue capitoli che definirei esaltanti, Storming the Castle e Capture the Magic, nei quali risulta evidente la forte influenza dei primi Savatage, soprattutto nei riffs e negli assolo del valido Pollick, con la successiva Soothsayer assistiamo ad un abbassamento dei ritmi, molto prossimi a sonorità doomish, l’atmosfera complessivamente si fa più cupa riportando alla mente certi lavori sabbathiani senza tuttavia riproporne l’appeal. Altre tracce degne di menzione sono Darklands e Awaken the Mountain Giants, epiche ed oscure nelle atmosfere che si respirano, ma che nonostante una buona prova vocale di Bizilia, risultano piatte finendo per annoiare. Nemmeno la conclusiva cover di Ozzy Osbourne, S.A.T.O. sembra mostrare segni in controtendenza rispetto a quella che è la sensazione di piattezza che pervade l’intero cd man mano che passano i minuti.
Ci troviamo in definitiva di fronte ad un buon lavoro musicalmente parlando, ogni singolo membro della formazione statunitense dimostra perizia tecnica invidiabile, tuttavia la qualità del songwriting risulta piuttosto derivativo ed altalenante nel suo svilupparsi, poco personale ed eccessivamente debitore a bands che hanno fatto la storia del metal ottantiano.
Leonardo ‘kowal80’ Arci
Tracklist:
01. Storming The Castle
02. Capture The Magic
03. Soothsayer
04. Forevermore
05. The Ghost Of Xavior Holmes
06. Darklands
07. Nemeton Forest
08. Awakening The Mountain Giant
09. S.A.T.O.