Recensione: Carnage Euphoria
Senti Vomitory e già sei perfettamente cosciente di che razza di crivellatura senza pietà si stia per abbattere sulle tue povere orecchie: con un monicker così è difficile che la band svedese, giunta ormai a festeggiare due decadi di aggressione musicale, si sia messa improvvisamente a suonare lounge music, no?
Per l’appunto il nuovo album dei nostri parte con una eloquente The Carnage Rages On che risponde puntualmente alla domanda di cui sopra, fugando ogni eventuale dubbio sull’argomento.
Vent’anni dunque, vent’anni di puro e semplice death metal, che avranno pure dato alla luce album spesso non proprio distinguibili l’uno dall’altro, dal primo Raped In Their Own Blood a questo settimo Carnage Euphoria, ma comunque album onestamente feroci, che hanno saputo fare felici i die-hard fan del genere, i quali non vedono l’ora ogni volta di spezzarsi il collo sulle note del quartetto di Karlstadt.
In vena di festeggiamenti per il lieto evento dunque mi sono accostato ben disposto a questo disco, che si dimostra subito essere la degna prosecuzione di un killer album come Terrorize Brutalize Sodomize. I dieci brani che lo compongono contengono infatti quel perfetto mix di potenza e purulenza, velocità e melodia che ha trovato il suo culmine positivo in queste due ultime release, ma non solo, perché questo platter è anche l’ennesimo definitivo tributo all’old school tanto amata dai fratelli Gustafsson. Oltre a darci dentro come al solito con i loro strumenti chirurgici, infatti, i quattro non lesinano richiami alle band più amate che li hanno portati sulla cattiva strada, ed è così che alle orecchie più aguzze capiterà di cogliere goduriosi tempi a la Entombed (quelli dei primissimi Left Hand Path e Clandestine), i riff taglienti degli assassini per eccellenza Slayer come in The Ravenous Dead, e via discorrendo echi di Grave, Possessed, Sodom, eccetera, eccetera, senza distinzione di influenza continentale, un manuale di crudele, divertente death metal, condito dall’epica e dall’attitudine modernamente più violenta dei Vomitory.
Carnage Euphoria ci mostra i truci Scandinavi in grandissima forma. Il chitarrismo di Urban Gustafsson e Peter Östlund si esprime a livelli altissimi di melodia nell’imponente Serpents ed in A Lesson In Virulence, oltre che nella conclusiva Great Deceiver, lasciando intendere che l’intesa con Peter è ormai perfettamente oliata dai numerosi chilometri trascorsi insieme. Tobias Gustafsson è poderoso e continuo come al solito, e non annoia mai, né quando ci dà dentro di blast beat come in Ripe Cadavers, né quando lo immagini godersela dietro le pelli in pezzi brutalissimi come Deadlock o Possessed.
La voce di Erik Rundqvist è dura e monolitica come un macigno ed è il simbolo ideale dell’oltranzismo della band che sceglie, anche nel sound, di non cedere a troppi modernismi nella produzione dei brani: lavoro svolto per la seconda volta consecutiva ai Leon Studios di Rikard Löfgren, il quale è stato promosso a pieni voti dopo gli ottimi riscontri di T.B.E..
Del resto è questo che i loro sostenitori richiedono, ed i più fedeli verranno premiati se acquisteranno l’edizione speciale del disco, contenente anche un DVD antologico intitolato Dead & Drunk for 20 Years colmo di riprese inedite on the road risalenti ad un periodo che va dal 1990 al 2008. Un ghiottissimo presente anche per tutti quelli che vorranno entrare per la prima volta nel tenebroso regno di questi carnefici. Nessun compromesso, solo Vomitory!
Francesco ‘Darkshine’ Sorricaro
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Tracklist:
1. The Carnage Rages On 04:30
2. Serpents 03:24
3. A Lesson In Virulence 04:46
4. Ripe Cadavers 04:19
5. Rage of Honour 02:35
6. The Ravenous Dead 04:31
7. Deadlock 00:10
8. Rebirth of the Grotesque 04:04
9. Possessed 02:14
10. Great Deceiver 05:25