Recensione: Carpe Diem
Innanzitutto un chiarimento sul genere: non ci troviamo infatti davanti ad un cd thrash, ma a qualcosa che andrebbe più correttamente inserito nel filone del cosiddetto new metal… Almeno, questo è il contesto che meglio si identifica con le caratteristiche sonore di questi Will Haven. Non immaginatevi certo di trovarvi ad ascoltare qualcosa alla Slipknot o simili: piuttosto pensate ad un tentativo di fondere New School con pochi sprazzi metal e un pizzico di noise. Quale encomiabile tentativo! Ma quale altrettanto clamoroso flop…
Carpe Diem consiste nella stessa, identica e noiosa idea ripetuta dieci, venti, cento volte!!! Partirete, dopo le note introduttive di “S.H.R.”, con la monotonia di “Saga” e ve la trascinerete (sempre che non sopraggiunga prima il desiderio di premere il tasto stop) fino alla conclusiva “Moving To Montana”. I soliti mid tempos accompagnano riff rumoristici incapaci di evolversi e senza alcuna presa; lo stesso patetico urlo funziona da cantato per tutti i 46 minuti; mai, e sottolineo queste tre lettere, mai una spinta verso una soluzione diversa e capace di attrarre l’attenzione.
Il punto più basso lo si raggiunge in “Dressed In Night Clotes” dove i nostri provano fallimentarmente a scimmiottare gli Earthone 9, mancando completamente il bersaglio. E sempre ritorna quel tormentone, quel riffing inutile, che vi fa odiare il momento in cui avete inserito questo cd nello stereo. La parola chiave di questo lavoro è senza ombra di dubbio monotonia. Il tentativo dei Will Haven di creare un cd oppressivo e claustrofobico è decisamente fallito; o meglio, la paranoia che questo ascolto può crearvi è la stessa che potreste ottenere lavorando 8 ore di fila con un martello pneumatico. Realmente difficile capire cosa distingua una canzone dall’altra, per un’assoluta mancanza di dinamicità; non riesco più a trovare il più piccolo motivo per cui valga la pena di comprare questo cd. Un 35 dato solo dalla buona produzione e dal fatto che esiste ancora qualcuno peggio di loro, ma a mio parere un completo disastro musicale.
Matteo Bovio