Recensione: Carpe Mortem

Di Daniele D'Adamo - 15 Luglio 2012 - 0:00
Carpe Mortem
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Genere:
Anno: 2012
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82

Una carriera cominciata nel lontano 1997, un demo nel 2003 (“A Gift From An Angel”), il debut album (“Stranded Hate”) nel 2005 con la defunta Major Muzik e, finalmente, il botto: il contratto con la Massacre Records e l’uscita del secondo full-length, “Carpe Mortem”. Una progressione certamente notevole, questa dei turchi Soul Sacrifice, tenuto anche conto che il lavoro in esame è stato missato e masterizzato dall’onnipresente (o quasi) Dan Swanö presso gli Unisound Studios (Swe).

E, di cotanta professionalità – bisogna subito evidenziarlo – , il quartetto di Bakirköy ne fa un gran tesoro, dotando “Carpe Mortem” di un’anima profonda, vasta, emotiva e sentimentale. A parte poche cose (l’incipit di “Requiem” e il break centrale di “Sarcastic Existence”) la musica etnica, tipicamente d’accompagnamento a band provenienti da Paesi a tradizione rurale, non fa parte della proposta dei Soul Sacrifice. I quali, difatti, si dimostrano buoni interpreti di un melodic death metal decisamente classico, dai toni vivamente melanconici, potente e massiccio come deve essere.

Özgür Özkan e i suoi compagni, nell’approccio ai loro strumenti, sono pressoché perfetti; dimostrando, oltre alla necessaria tecnica di base, anche una notevole vena artistica che li cementa in un sound certamente né originale né innovativo ma assai consistente e, soprattutto, ricco di carattere e personalità. Özkan interpreta con gran mestiere le linee vocali di competenza paventando una sicurezza non comune sia nel growling, sia nelle parti in clean e, pure, in quelle ‘a pieni polmoni’, che ricordano quelle del leggendario Nick Holmes dei Paradise Lost di “Icon” (1993); alimentandone lo spessore con i caldi sussulti del basso, movimentato in maniera dolce e armoniosa. Davvero un ottimo cantante! Senza pecche, anche, il lavoro dei due chitarristi Feyzi Ocak e Maksim Kırıkoğlu; lontani dall’essere, perlomeno come filosofia musicale, dei guitar-hero ma dotati di ottimo gusto e sensibilità e, fatto ancora più importante, a servizio dell’ensemble sì da costruire un sound maturo, ricco di sfaccettature e possente. A parte qualche raro blast-beats anche Onur Akça, il batterista, si concentra sull’efficacia del suono complessivo evitando così di perdersi in inutili e complicati pattern magari tanto tecnici quanto fuori luogo. Suono che beneficia, inoltre, di un esteso e avvolgente tappeto di tastiere (nelle note di accompagnamento al CD, tuttavia, la label non chiarisce chi si occupi delle keyboards): la classica ciliegina sulla torta che incolla tutte le singole componenti del complesso turco, riempiendone gli spazi con delle melodie morbide e coinvolgenti che, a volte, rendono mirabilmente visionari certi passaggi di “Carpe Mortem”.

E, meglio per loro e per chi li ascolta, i Soul Sacrifice si rivelano una gradita sorpresa per quanto riguarda la capacità di scrivere delle buone canzoni. Di nuovo, la sperimentazione e la complessità sono concetti lontani dal modus operandi dei Nostri, che però riescono a costruire una decina di brani (oltre alla cover dei Pentagram, “Fly Forever”, ovviamente) ben congegnati nel loro essere accattivanti e piacevoli senza che si scada in certe smancerie tipiche di parecchie realtà che bazzicano il death metal melodico. Non ci sono riempitivi, da “Bullet Proof” e “Exile”: ciascuna song ha una sua precisa identità che non prescinde dallo stile di base dell’act saraceno e, più di ogni cosa, sono tutte, una per l’altra, meritevoli di ben più di un’attenzione. Con una cima. “Torture My Soul”, canzone-capolavoro dall’immensa intensità, pregna di sofferta partecipazione, ammantata da magnifiche melodie in tutte le sue parti. Un sublime connubio fra la meravigliosa potenza del metal e la poesia musicale degli arabeschi tipici del gothic. Si possono citare, ancora, le melodie orecchiabili di “Comatose” e i ritmi drammatici di “O.L.B.”, come i delicati movimenti ambient della title-track.

“Carpe Mortem” è l’ennesima prova che le Cassandre che avevano decretato, qualche anno fa, la morte del melodic death metal, si erano clamorosamente sbagliate. Se c’è la classe, e di questa i Soul Sacrifice ne hanno a iosa, c’è sempre un istante, un riflesso di luce, una fragranza, un battito del cuore che possono essere messi in musica. Anche in quella estrema come il death metal.

Daniele “dani66” D’Adamo

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Tracce:
1. Requiem 1:58     
2. Bullet Proof 03:59     
3. Comatose 5:26     
4. O.L.B. 4:56     
5. Keske 4:32     
6. Fly Forever (Pentagram Cover) 5:09     
7. Society For Killing 4:13     
8. Torture My Soul 4:13     
9. Carpe Mortem 2:40     
10. Sarcastic Existence 4:31     
11. Exile 5:30          
    
Durata 47 min.

Formazione:
Özgür Özkan – Voce/Basso
Feyzi Ocak – Chitarra
Maksim Kırıkoğlu – Chitarra
Onur Akça – Batteria
 

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