Recensione: Cassiopeia
In principio fu la Scandinavia a spiegare al mondo che la vecchia Europa aveva parecchio da dire in campo di Metal estremo, dopo l’incontrastato dominio del thrash statunitense ottantiano. Strano a dirsi, data la compita timidezza di quelle genti. Che dire poi quando si imposero sul panorama metallico i Behemoth, figli della cattolicissima Polonia? O quando poi i greci Rotting Christ spostarono il baricentro del black incredibilmente quanto impensabilmente a sud? Insomma per un motivo o per l’altro, le incazzature più piacevoli vengono da chi meno te l’aspetti. Fatto sta che il cristo putrefatto aprì le porte ad una miriade di band pronte a spiegare come sulle sponde dell’Egeo ci si fosse largamente stufati sirtaki, ma non della Metaxa.
Tra i pionieri della scena ellenica vi erano anche i Nightfall, partiti dall’argolide nel lontano 1991 e giunti ad oggi, con Cassiopeia all’ottavo full length. Ventidue (!!!) anni nei quali la proposta di Karadimas e soci ha conosciuto numerose evoluzioni, fino all’importante svolta dell’ottimo Astron Black And The Thirty Tyrants, supportato dal contratto con la Metal Blade. Cassiopeia, che prende il nome da una delle Nereidi, ma anche dalla costellazione boreale con una tipica forma a “W”, procede fieramente sullo stesso sentiero di Astron Black, con tematiche dense di mitologia e astronomia. Un percorso scavato di fatto tra le lande black e death, mischiate con ottima perizia ed abilità, infarcite però anche da frequenti quanto saporite divagazioni in territorio gothic/simfonico. Ne viene fuori un disco estremamente omogeneo, figlio dei Moonspell di Irreligious come di certi Dark Tranquillity, non quelli eccessivamente melodici di Haven o Damage done, quelli un po’ più stratificati di Projector e Character ad esempio. Il suono, sebbene roccioso, risulta catchy ma non troppo, il giusto mezzo per capirci, plasmato attorno a chitarre duttili e mai forsennate (o quasi). Su di esse spesso e volentieri si inseriscono tastiere che possono sembrare di secondo piano, ma che giocano un ruolo importante nell’economia del disco, dandogli spesso delle aperture atmosferiche decisamente gothic. Il songwriting ormai è affinato e presenta diverse soluzioni stilistiche. In particolare si nota come l’attenzione, nella prima parte del disco, sia tenuta in piedi da ottime divagazioni di chitarra (Oberon & Titania, Stellar Parallax), nella seconda invece sale in cattedra la voce, a plasmare refrain semplici ed efficaci (The reptile Gods. Hyperion). Quando poi tutti questi elementi vengono fusi in un singolo brano prende forma il gioiello di questo disco, Akhenaton, the 9th Pharaoh of the 18th Dynasty: buon ritornello, chitarre a dir poco signorili, tastiere immanenti e perfino una piccola divagazione prog semiacustica, il tutto in appena quattro minuti e sette secondi.
Tutto perfetto dunque? Quasi! Sarebbe troppo bello, ed in un paio di circostanze, leggasi Phaeton e Colonize culture, i nostri inseriscono, completamente ex nihilo, due accelerazioni speed metal che stonano pesantemente coi brani di cui fanno parte e per riflesso con l’intero disco. Non è escluso che alcuni possano vedere tali aperture come l’ennesima sorpresa, tuttavia per gli altri appariranno come due macchioline bianche in una tela perfettamente oscura, niente di grave ma pur sempre un’imperfezione che non si riesce ad ignorare.
Ad ogni modo Cassiopeia conferma i Nightfall come band di classe ed oramai più che emancipata all’interno della scena greca come di quella europea. Dato il lungo corso del gruppo, augurare loro di continuare su questa strada risulta come minimo superfluo.
Tiziano “Vlkodlak” Marasco
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Tracklist
01. Phaethon
02. Oberon & Titania
03. Colonize Cultures
04. The Nightwatch
05. Stellar Parallax
06. Hubris
07. The Reptile Gods
08. Hyperion
09. Akhenaton, the 9th Pharaoh of the 18th Dynasty
10. The Sand Reckoner
11. Astropolis
Lineup
Efthimis Karadimas: Voce
Evan Hensley: Chitarra
Constantine: Chitarra
Stathis Ridis: Basso
Stathis Kassios: Tastiera
Jorg Uken: Percussioni