Recensione: Catacombs of the Grotesque
“Li giacciono Cthulhu e le sue orde, nascosti in caverne verdi e melmose da dove, dopo cicli incalcolabili, hanno infine trasmesso i loro pensieri che hanno diffuso la paura nei sogni degli uomini sensibili e hanno ordinato imperiosamente ai fedeli di accorrere sin li in un pellegrinaggio di liberazione e restaurazione.”
Niente come un estratto da “Il richiamo di Cthulhu” del maestro H.P. Lovecraft può presentare al meglio il mondo sotteraneo in cui vuole soffocarci questa band messicana. Tutt’altro che dei novellini, i nostri sono capitanati dal batterista Oscar Clorio (Cenotaph, Shub Niggurath) ed il loro intento è quello di suonare l’ancient death metal ispirato ai primi anni 90 e all’orrore lovecraftiano. Dopo aver pubblicato nel 2007 l’ep Immense Carnage Vortex per la cult label svedese Blood Harvest, i nostri entrano in studio per questo debutto sulla lunga distanza il cui mixing è affidato alle sapienti mani del mastermind Dan Swanö nei suoi Unisound Studios.
L’intro “Abhorrent Dormants Awakening” fa presagire ad universi cosmici fuori dal mondo umano, maledetto prologo alla prima track “Lifeless Void of Darkness” dove si mostrano subito i muscoli: tappeto death metal che ricorda i Bolt Thrower di “Realm of Chaos” e le prime blasfemie degli Incantation. La voce di Marko Guevara è profonda: evoca, strazia, dilania ed il suo registro è ben variegato e mai monotono, seppur sempre cavernoso. A seguire “Remains”, già presente sull’ep sopracitato e qui ottimamante riproposta con il suo melmoso incedere midtempo e rintocchi di funebri campane in background, che lasciano poi spazio ad un maligno assolo slayeriano. Da notare la pesantezza del sound delle chitarre della coppia Guevara/Granados (anche loro con precedenti esperienze nei Pulverized) che ben si amalgamano alla coriacea sezione ritmica, risucchiandoci in un vortice blasfemo la cui unica uscita è in un qualche abominevole universo dove attendono, strisciando sulle soglie del mondo, le antiche divinità Chtulhu e Yog Sothoth.
Notevoli fraseggi e tapping sono giocoforza di tracks quali “Abominable Undead” o”The pestilent pits of grace”, retaggio mai sopito dello Swedish Old School di Entombed, Dismember e Grave. A chiudere questo sulfureo rogo “Inhuman Incarnation”, che tenta, riuscendoci, a catturare l’orribile quintessenza della morte, tra parti sparate alternate a pesantissime altre parti soffocate.
I Denial sono riusciti nell’intento di fare propria la lezione dei maestri, dimostrando di saper trasmettere quelle sensazioni di oscurità e inquietudine proprie dei primi anni ’90. Catacombs of the Grotesque è disponibile in edizione limitata digipack di 500 copie ed in formato jewel case su etichetta Asphyxiate Recordings. Imprescindibili. Ia Cthulhu ftagn!
Luigi Ippolito
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Tracklist:
1. Abhorrent Dormants Awakening (intro)
2. Lifeless Void of Darkness
3. Remains
4. Abominable Undead
5. Immense Carnage Vortex
6. The Pestilent Pits of Disgrace
7. Necrotic Invocations
8. What Lies Beneath
9. Inhuman Incarnation