Recensione: Catch 22
Hypocrisy: trovarmi questo nome stampato sul promozionale mi ha messo quanto meno in soggezione. Ora che ho avuto modo di ascoltare parecchie volte il lavoro, una è il rimpianto più grosso che mi è rimasto: non aver dedicato altrettanta attenzione a tutti i loro precedenti album. Anni e anni di esperienza uniti con la voglia di fare sempre bene hanno dato vita ad un prodotto eccezionale, valido sia per i fan di vecchia data che per chi ancora non ha avuto l’occasione di apprezzare il gruppo.
Un alternarsi continuo di atmosfere e sensazioni è la cosa che più stupisce: si passa da attimi ragionati e melodici a sfuriate tipicamente thrash-death senza alcun problema. In tracce come “Turn The Page” il gruppo dimostra senza mezzi termini di saper sfornare ancora riff spaccaossa e che non permettono nemmeno al più freddo ed inflessibile degli ascoltatori di non lanciarsi in un sano e grezzo head-banging.
Vogliamo poi parlare del suono? Eccezionale! Granitico nei momenti in cui serve picchiare, rilassato e ricercato là dove deve emergere la melodia. Si senta “Edge Of Madness” per avere un’idea di come gli Hypocrisy sappiano combinare entrambi i momenti alla perfezione. Partenza affidata al pianoforte, un riffing sufficentemente cattivo e poi ritornello accattivante e corposo pur nella sua ricercata armonia.
La stessa opener, “Don’t Judge Me”, entra presto in testa e lì si radica, al punto che per alcuni giorni non potrete fare a meno di lei. Si propone quasi come una dimostrazione di intransigenza prima di passare a “Destroyed”, la quale invece, nonostante l’incipit classico, emerge come un primo passo verso una certa sperimentazione melodica.
Procedendo nell’album, ogni singola traccia meriterebbe di essere menzionata e commentata a parte; accade ancora, per fortuna, che escano album composti per piacere dall’inizio alla fine. Soprattutto accade ancora che un gruppo storico (e sfido chiunque ad affermare il contrario) sappia rinnovarsi in continuazione senza cedere in quanto a qualità. Insomma, questi tre svedesi sono tutt’oggi una delle realtà più valide in circolazione, e meritano di essere riconosciute come tali.
Chiudo con un invito rivolto a tutti: dimenticatevi degli Hypocrisy come l’ennesimo gruppo Death, e date in qualunque caso un ascolto a “Catch 22”. Qui c’è spazio per tutti, dal deathster incallito, ai nostalgici del vecchio thrash, agli innamorati del tipico swedish sound ma anche per chi adora la sperimentazione. Se avete capito quello che voglio dire, a quest’ora dovreste già essere pronti a recarvi al più vicino negozio di dischi.
Matteo Bovio
Tracklist
01. Don’t Judge Me
02. Destroyed
03. Edge Of Madness
04. A Public Puppet
05. Uncontrolled
06. Turn The Page
07. Hatred
08. Another Dead End (For Another Dead Man)
09. Seeds Of The Chosen One
10. All Turnes Black