Recensione: Catharsis/Ræbellion

Di Emanuele Calderone - 9 Febbraio 2012 - 0:00
Catharsis/Ræbellion
Band: Aposthate
Etichetta:
Genere:
Anno: 2010
Nazione:
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66

Death metal. Pochi fronzoli, canzoni feroci, veloci, dirette e tanta tanta rabbia. Così si potrebbe riassumere, in poche parole, “Catharsis/Ræbellion”, ultimo nato in casa Aposthate.
La band nasce a Caltanissetta nel 2004 e riesce, nel giro di pochi anni, a guadagnarsi un contratto con la piccola casa discografica italiana TAF Production.

L’ep ci propone un genere che racchiude in sé numerose influenze: da un lato si sentono echi provenienti dalla scuola brutal/death americana -quella che, tanto per essere chiari, ha portato fortuna a gruppi quali Deicide e Nile-, d’altra parte è impossibile non notare come i siciliani non risentano pesantemente dell’influsso della scena polacca. Il riffing prende evidentemente spunto da quanto fatto da realtà importantissime quali Behemoth e vecchi Vader. Le atmosfere sono invece ben più vicine a quelle create dai mostri sacri della scena black svedese, su tutti i Dark Funeral e, in misura minore, i Marduk.
Quel che nasce da questo calderone musicale è, come detto in apertura di recensione, un concentrato di odio e violenza pura, che accompagna l’ascoltatore in un viaggio musicale di non più di 25 minuti.
Tecnicamente i ragazzi dimostrano una preparazione invidiabile, offrendo una prestazione di tutto rispetto. Il riffing di P.B. Midgard è serrato e convince per tutta la durata dell’opera; le chitarre vengono sostenute dal drumming impetuoso di Rasez, sempre pronto a costruire ritmiche quadrate e possenti. Anche il lavoro di K. Adept al basso riesce ad emergere e a farsi lodare: il musicista si ritaglia i suoi spazi offrendo brevi assoli di buona fattura; pure per quanto riguarda la parte ritmica, il bassista svolge un lavoro pulito e chirurgico, che conferisce maggiore profondità alle composizioni.
Gli arrangiamenti non sono male, anzi, in più di un passaggio vi ritroverete a fare headbanging senza neanche accorgervene, eppure si ha la costante sensazione che la proposta suoni un poco statica e in ritardo sui tempi. Se infatti dieci anni fa musica del genere poteva risultare innovativa e fresca, oggi sono fin troppe le formazioni che ci si dedicano.
Fortunatamente a risollevare le sorti di questo cd ci pensa un songwriting di livello più che sufficiente: i brani sono ben costruiti e, in generale, non si notano pesanti cadute di stile. Il combo sa bene come mantenere alta la soglia d’attenzione dell’ascoltatore.
Tra i sei episodi, quelli che maggiormente colpiscono sono, senz’ombra di dubbio, la brutale opener “Betrayed, Victim, Deviated”, malata e feroce come non mai, l’atmosferica e marziale “Catharsis/Ræbellion” e la quinta “Iconoclastic Legion”, la più melodica del lotto.
La restante parte della tracklist, pur svolgendo il suo dovere, si attesta su livelli qualitativi più normali.

Passiamo ora alla parte dolente: la produzione. Nonostante gli sforzi profusi dai ragazzi della TAF per conferire un sound bombastico all’opera, i suoni sono estremamente impastati e poco chiari, specialmente quelli delle chitarre e del basso. Anche la batteria non ne esce tanto bene: ci è sembrato che si faccia un ricorso talvolta al limite dello sconsiderato ai trigger -in particolar modo sul rullante-, che tolgono del tutto naturalezza allo strumento.

Eccoci dunque giunti alla chiusura della nostra analisi. “Catharsis/Ræbellion” è un lavoro che si divide tra molte luci e qualche ombra. La voglia di fare bene c’è e si percepisce, le capacità tecniche davvero non mancano, però ancora ce n’è di strada da percorrere.
Per ora non possiamo fare altro che giudicare questo EP per quello che è: un assaggio di qualità discreta di quello che sarà, speriamo, il prossimo -primo- album degli Aposthate.

Emanuele Calderone


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Tracklist:
01- Betrayed, Victim, Deviated
02- City of Bloody Flames
03- Catharsis/Ræbellion
04- Curses From Backdrop of Kedron
05- Iconoclastic Legion
06- Plague Around the Cross
 

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