Recensione: Celebration
I Bed Toys – gruppo dal moniker sintomatico della goliardia di fondo che ne caratterizza l’essenza – d’esperienza ne hanno da vendere.
Fondati nel 2005 da ex-membri di un’istituzione tricolore come i Fury n’Grace, i quattro componenti della band ferrarese hanno già all’attivo una discreta carriera discografica, oltre ad esibire doti tecniche – ovviamente – di massimo rispetto.
Partiti con il nome Dioniso e con vari concerti ed autoproduzioni in curriculum, eccoli presentarsi all’esame del secondo EP edito da Alka Record Label.
Immaginario statunitense anni ottanta. Composizioni dalla natura semplice ed estremamente diretta.
Testi infarciti da stereotipi ultra-machisti da far inorridire il gentilsesso. Schiettezza e mancanza di qualsivoglia raffinatezza.
Insomma, il classico gruppo che dopo vari ascolti, pone il serio ed inequivocabile dubbio in merito ai reali obiettivi.
Concrete velleità artistiche?
O più probabilmente, semplice desiderio di divertirsi un po’, suonando qualche nota di musica dal voluto taglio “cialtronesco” negli spazi di tempo ritagliati da attività di maggior rilievo?
A dire il vero, seguendo una attenta e coerente valutazione ed in modo del tutto spontaneo, propenderemmo per la seconda ipotesi…
Diciamolo senza troppe remore: questo nuovo EP della band emiliana presenta le fattezze di un prodotto dall’attrattiva parecchio limitata che non ha incontrato più di tanto i nostri favori.
Brani decisamente banali e carichi di cliché dei più “beceri” (sia in termini di songwriting, sia a livello testuale); composizioni prive di particolare mordente e dal profilo scontatissimo; comparto melodico che non riesce nel comunque arduo tentativo di piazzare l’hookline davvero memorizzabile e dinamica (non basta ripetere di continuo un refrain per stamparlo in testa!).
Vocals talora sforzate ed innaturali, con urla e cori slegati dal resto del brano (“Wild Days”, pezzo iniziale: ottimo esempio).
Il tutto condito da una delle produzioni peggiori ascoltate negli ultimi tempi, con suoni che con estrema fatica si identificano con la realtà di una label “ufficiale”, piuttosto che con quella di uno scarno demo autoprodotto.
Nulla di che insomma.
In una panoramica di cinque pezzi, in cui ad emergere è la sola padronanza strumentale dei singoli, l’unico passaggio che pare sollevarsi da una mediocrità diffusa è la conclusiva “She’s So Woman”, pezzo che – al netto della solita goliardia che si infarcisce di gemiti orgasmici e stereotipi affini – mostra un buon groove, pur implorando suoni migliori e meglio definiti, quanto un assetato nel deserto alla prese con la ricerca di un po’ d’acqua rinfrescante.
In mezzo, un paio di tracce che si fanno notare per il titolo tutt’altro che politically correct (“Dicknotized” ha comunque un che di geniale) ed una cover da incubo di “Call Me” delle Blondie, proposta in una versione assolutamente “lo-fi”, per dirla con eleganza.
Non vorremmo davvero essere troppo duri.
Il trovarsi a dir male di un qualcosa che è comunque costato soldi, fatica ed impegno, è da sempre uno dei guai maggiori di chi scrive recensioni. Ma l’essere obiettivi ha purtroppo un suo prezzo.
Ed obiettivamente, questo “Celebration” dei goliardici Bed Toys ci è parso un disco arido ed approssimativo che, al di la di una buona presentazione e di un artwork accattivante, rimane stritolato se messo a confronto con almeno un mezzo migliaio di proposte analoghe a spasso in ogni dove.
Magari, anche di minuscole band senza nemmeno un’etichetta a supporto…
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