Recensione: CELTIC FROST – Morbid Tales (1984)
Celtic Frost
Morbid Tales
1984, Noise Records
Thrash
Al di là dei gusti particolaristici è necessario riconoscere che le visioni dell’orrore di Cronos e Mantas hanno smosso più di un’anima, cambiato inconsciamente più di un destino… L’ombra lunga dei Venom conquista i ragazzi degli Hellhammer, anche se la loro creatività non superò lo spazio di un pugno di demos ed un EP dal titolo “Apocalyptic Raids”, epitaffio della loro brevissima carriera.
Tuttavia qualcosa di mostruoso si genera da quelle note, le prime a scavare più a fondo nel mondo oscuro, di gotiche divinità e leggendarie battaglie con guerrieri di altre dimensioni, invincibili e dannati, che agiscono da ghiacci eterni. Un discorso affascinante nel suo insieme, temi ripresi e migliorati dall’entità che nasce dalle ceneri degli Hellhammer e che assume il nome di Celtic Frost.
L’organico composto da Thomas Gabriel Warrior, Martin Eric Ain e Stephen Priestly sperimenta tutte le coordinate sonore del profetico nero che non riusciamo a vedere, dando alle stampe un album destinato ad avere un’importanza innovativa, un viaggio musicale e lirico assolutamente originale, punto di riferimento della generazione estrema della prima metà degli anni ’90, bands preferibilmente scandinave, legate a saldo filo con la mitologia nordica e sepolcrali Valhalla ma anche con legale discendenza da ciò che gli Hellhammer ed i Celtic Frost fecero per primi.
Proprio questi ultimi licenziano “Morbid Tales”, somma delle passate esperienze e debutto sorprendente, ricco di brani oggi storici e per l’epoca impressionanti come “Procreation (Of The Wicked)”, “Dethroned Emperor”, “Return To The Eve” o la stessa title track.
Il sound scelto dal trio naviga poderoso sospinto alle spalle dal vento della furia primordiale, si inerpica tra cavalcate metalliche, rifferama molto heavy e solos minimali su cui troneggia la dilaniante voce licantropa di Thomas Gabriel Warrior gran cerimoniere in questo almanacco degli orrori.
A ben guardare, gli elvetici dimostrano sin dall’iniziale “Into The Crypts Of Rays” di non essere affatto degli sprovveduti, vanno decisi per il sodo ed i modi spicci, regalando comunque momenti spiazzanti ed un minimo originali attraverso la coraggiosa ideazione di “Danse Macabre”, filastrocca per bambini resa in maniera straziante, basata su una commistione di voci degli inferi, scomposte vibrazioni di chitarra distorta, percussioni, rumorismi di fondo e sezioni d’archi impazzite, tutti elementi utili a ricavare un’atmosfera cupa e spettrale senza ricorrere all’obsoleto concetto di riff.
Ma come voi saprete, la cosa più importante è il contenuto, cioè la musica e non ci sono dubbi sul momento artistico vissuto dai Celtic Frost che non possono certo essere accusati di scarsa personalità; la band si fa notare per il fascino di una roboante combinazione heavy e thrash come nessuno osa creare… Inutile sottolineare che “Morbid Tales” è un clamoroso masterpiece, perennemente in grado di accendere emozioni intensissime in ogni estimatore di suggestioni luciferine.
Fatelo vostro e scopritene i segreti.
Emanuele “EmmaLIAR” Lacchia
LINE-UP:
Thomas Gabriel Warrior – vocals, guitars, special effects
Martin Eric Ain – bass, additional vocals, bass effects
Stephen Priestly – session drums and percussion
TRACKLIST:
1. Into The Crypts Of Rays
2. Visions Of Mortality
3. Dethroned Emperor
4. Morbid Tales
5. Procreation (Of The Wicked)
6. Return To The Eve
7. Danse Macabre
8. Nocturnal Fear
IL MIO GIUDIZIO:
90