Recensione: Cenizas
Ormai la Spagna è una vera e propria fucina di gruppi dediti al Metal, con una particolare predilezione per l’Heavy Metal classico ed il Power, cantato rigorosamente in spagnolo, e questi Red Wine confermano in pieno questa regola.
Dopo un intro narrata da una voce femminile piuttosto evocativa, intitolata “806”, spetta a “Miedo-Dolor” aprire le danze in maniera decisamente energica e su ritmi piuttosto elevati, lasciando presagire quello che sarà il canovaccio del disco, cioè un Power Metal decisamente melodico ed allo stesso tempo energico, privo dei connotati “happy” che ultimamente sembrano essere finiti nel dimenticatoio. Decisamente molto bello lo stacco centrale, potente ed aggressivo.
I sei spagnoli sono stati davvero bravi a conferire varietà al disco, senza andare per questo a cercare soluzioni impossibili, sul lato classicamente Power ci sono canzoni come “Salva tu Hogar”, in cui la melodia si fonde con un’ottima potenza ritmica, in cui si inserisce la tastiera , suonata da Ivan Crespo, in maniera davvero esemplare, andando cioè a conferire alla canzone un tocco d’atmosfera, ma senza per questo intaccarne l’impatto, “Fantasma del pasado”, quasi hard rock nel suo incedere, “Vientos de liberdad”, mid tempo melodico che accelera all’altezza del ritornello, un brano dotato di buon appeal, anche se le linee vocali potevano essere migliori, e soprattutto leggermente più aggressive, “Ojos de ley”, brano veloce che compensa alla sua banalità di fondo con buone melodie vocali, anche se, come detto per la canzone precedente, un po’ più di aggressività vocale avrebbe sicuramente giovato.
Ci sono poi le quasi immancabili ballad, qui rappresentate da “Una vida mas”, power ballad decisamente gradevole, anche se purtroppo in questo caso i Red Wine non riescono a trovare quel guizzo che serve per pezzi del genere, anche se devo ammettere che il lavoro dei due chitarristi Dan Diez e Jesus Zuazo è decisamente molto bello, e da “Mi Universo”, giocata tutta sulle chitarre acustiche, una soluzione sicuramente già usata, ma che ultimamente sono in pochi a provare, ed il risultato è una canzone molto godibile.
Il tutto viene poi “condito” da canzoni più Classic Metal Oriented come “Lagrima de soledad”, che dopo un inizio atmosferico giocato tutto sulle tastiere esplode in un riffone davvero massiccio, peccato che le linee vocali siano addirittura troppo melodiche, andando a mio parere a sminuire l’impatto generale del pezzo, “Despierta”, aperta da un riff di chitarra che mi ha ricordato certe cose dei Maiden ultima versione, per poi partire in quarta tra accelerazioni e rallentamenti, davvero un gran pezzo, e “Negando lo evidente”, una canzone davvero inaspettata quanto a violenza sonora, in cui finalmente anche il cantante Mario Suarez tira fuori la giusta grinta, con il melodico ritornello che va perfettamente ad incastonarsi con la parte più tirata, così come assolutamente inaspettato è il break centrale, in cui tastiere e chitarre formano una base ritmica che mi ha ricordato addirittura certe cose dei Dimmu Borgir e Cradle of Filth, sicuramente il brano che più mi è piaciuto dell’intero cd.
I suoni sono piuttosto buoni, peccato solo che non siano molto potenti, facendo così perdere parte dell’impatto che avrebbero potuto avere le canzoni.
Tecnicamente la band è decisamente valida, pur senza mai arrivare a picchi degni di nota, tutti i musicisti fanno il loro lavoro più che dignitosamente, peccato solo che, come ho già ribadito più volte, la voce di Mario Suarez non sempre è aggressiva come secondo me dovrebbe.
In definitiva posso dire che questo “Cenizas” è stato per me una piacevole sorpresa, nonostante qualche brano sappia di già sentito infatti la band iberica ha dimostrato di avere ottime idee, e soprattutto la voglia di staccarsi, almeno in parte, dai soliti cliché del Power Metal per cercare una strada più personale, il che, quando il gruppo avrà trovato la definitiva quadratura del cerchio, potrebbe donare molte soddisfazioni, sia a loro che agli ascoltatori.