Recensione: Change
Un album davvero interessante corona la carriera movimentata di questo artista. Richie Kotzen ha iniziato a suonare il pianoforte all’età di cinque anni per essere successivamente ispirato da un poster dei Kiss a suonare la chitarra, lo strumento che qualche anno più tardi gli avrebbe dato il successo: suona nei Vertu e nei Poison, per sostituire infine un personaggio come Paul Gilbert nei grandi Mr.Big sotto invito del famoso bassista Billy Sheehan già a conoscenza del talento di questo chitarrista. La notizia che mi ha spiazzato maggiormente comunque è stata sapere che l’intero contenuto di questo lavoro è stato registrato interamente da Richie, intendo proprio qualsiasi strumento, per un’esecuzione veramente apprezzabile considerando che è opera di una sola persona. Solo nella sesta e nella decima traccia il nostro chitarrista ha avuto il bisogno di chiedere aiuto rispettivamente a Pat Torpey e Charlie Sarti, il primo alla batteria e il secondo come voce aggiuntiva. Nella somma ci troviamo di fronte a quello che qualcuno ha definito hard rock, anche se io aggiungerei una spruzzatina commerciale nei ritornelli e una buona influenza blues che comunque non mi permetterei mai di disprezzare, tutto confuso nella personale visione musicale del chitarrista che per l’occasione si trascina dietro un successo vecchio ma non troppo dei Mr.Big. In ottava posizione troviamo infatti la versione acustica di Shine, pezzo scritto insieme a Richie Zito e rimasto in cima alle classifiche americane per parecchie settimane, questa volta proposto in una luce più rilassante ed armoniosa tutta da cantare.
Forever One intercetta perfettamente il percorso seguito durante tutto l’album, ovvero riff accattivanti e linee vocali sfiziose che rendono piacevole l’incontro con queste canzoni anche dopo svariati ascolti. Una musica spensierata e cortese che lascia sorridere piuttosto che addormentare, qualcosa di decisamente euforico ma mai troppo banale nonostante la tipica struttura dei pezzi: al piacere dei ritornelli alquanto dolciastri si aggiunge la tecnica compositiva dimostrata in special modo durante la jam di stampo jazz Unity, le sonorità decisamente estive di Am I Dreamin’ e l’aggressività da telefilm del primo pomeriggio in Don’t Ask. Nononstante tutto nessuna riuscirà a togliermi dalla testa che quanto sto ascoltando è stato scritto e registrato dalla stessa mente e dalle stesse mani, quindi non posso che premiare questa incredibile difficoltà superata con successo tentando di non dare troppo peso all’estrema possibilità di assimilazione dei pezzi qui proposti. Nel complesso un giudizio nettamente positivo ad un lavoro che se non altro si è dimostrato più completo e personale del precedente progetto solista risalente ai primi mesi del 2002, nient’altro da dire se non in bocca al lupo per il futuro! Alla prossima Richie.
Andrea’Onirica’Perdichizzi
TrackList:
01. Forever One
02. Get A Life
03. Change
04. Don’t Ask
05. Deeper Into You
06. High
07. Am I Dreamin’
08. Shine (acoustic version)
09. Good For Me
10. Fast Money Fast Cars
11. Unity (Instrumental)
12. High (acoustic version-bonus track)