Recensione: Changing The Melody
I Lipz sono una band, dedita al glam rock, nata per opera di due fratelli, Alex K Klintberg (voce, chitarra) e Koffe K Klintberg (batteria), la quale ha debuttato nel 2012 col singolo “Ghost Town”. A tale esordio ha fatto seguito, nel 2015, l’EP intitolato “Psycho”.
L’anno scorso, poi, i musicisti hanno firmato un contratto con la Frontiers, etichetta specializzata – com’è noto – nel rock melodico, e in questo primo scorcio di 2024 hanno pubblicato l’album dal titolo “Changing The Melody”.
Il full-lenght è un crogiuolo di riff e di melodie, in un ambiente glam, come se neanche un anno fosse passato dal 1985 o giù di lì.
I Lipz snocciolano, dunque, canzoni altamente catchy riuscendo a non inserire alcun riempitivo nel lotto.
In particolare, tra le tracce del dischetto brillano canzoni come Stop Talk About…, accattivante class/glam rock di alta scuola, ma pure Secret Love, irresistibile traccia dalla orecchiabilità quasi…estrema e con un chorus dal mood sixties, e, ancora, I Would Die For You, la quale dimostra come la band sia a suo agio anche con una ballata vera ed emotiva con tanto di pianoforte in bella vista.
La familiarità puranche con le cadenza più slow è testimoniata anche dall’approccio da semiballad elettrica della band con Freak, contraddistinta da chitarre liquide.
Ma è soprattutto col più baldanzoso rock’n’roll, naturalmente, che la band ci cimenta più frequentemente, con i risultati entusiasmanti di quell’ apoteosi di grintosi lick e di melodia che sono Monsterz e I’m Going Under, e della spavalda e orecchiabile title-track Changing The Melody.
Insomma: “Changing The Melody” è un lavoro che, pur se senza introdurre alcun novità stilistica (a parte una produzione comunque up-to-date) in un genere saldamente ancorato nel sound di un glorioso passato, offre un mix avvincente e fresco di armonia, chitarre saettanti, martellante e dinamica grinta, spavalderia e orecchiabilità spesso innodica che non può non piacere.
Francesco Maraglino
