Recensione: Chaos Plague
Il death metal è croce e delizia di ogni musicista estremo che si rispetti. Sostanzialmente, se vogliamo esaminare con occhio critico la situazione, le strade da percorrere sono due per una band che si cimenta in questo genere: la prima è quella della spinta puramente in your face puntando alla sostanza e riducendo all’osso il proprio suono in virtù di una forza d’urto senza eguali (Gorefest e Autopsy, ad esempio). La seconda, e forse più complessa, è quella che intreccia il virtuosismo tecnico con la brutalità e buone dosi di progressive come fecero ai tempi gente come Atheist, Pestilence e compagnia putrescente.
I Chaos Plague decidono di percorrere la seconda via mettendo in fila tre pezzi con un approccio decisamente tecnico e progressivo, ma senza perdere di vista la componente sulfurea e violenta propria del death metal. Assalti all’arma bianca miscelati con sapienza a intermezzi melodici, il tutto guidato da armonie su cui si intrecciano gli strumenti a corda.
Posto il fatto che valutare seriamente l’operato di una band con soli 17 minuti di musica è piuttosto complicato, dai tre pezzi messi in piedi dai Chaos Plague si possono comunque stilare una serie di pregi e difetti. Partendo dai primi, sicuramente il già citato intreccio tra gli strumenti a corda è da segnalare come punto di forza dell’Ep. Inoltre il basso di Matteo Salvestrini è piuttosto in evidenza con grande gioia di chi apprezza le sonorità calde e al contempo tuonanti di tale strumento. Il riffing delle chitarre di Simone Fontana e Davide Luraghi è aggrovigliato al punto giusto, così come il growl di Francesco Patea è cupo e pesante come da tradizione.
I punti dolenti arrivano quando si tratta delle parti di batteria ad opera di Stefano Tarsitano, soffocate da un mix che non le valorizza appieno e da arrangiamenti talvolta non così azzeccati. In realtà, lo scoglio più grande è dato dalla qualità della registrazione, a tratti piuttosto zoppicante. Il tutto si risolve in un sound che non rende certo giustizia alla proposta musicale e al genere dei Chaos Plague fatto di stacchi epilettici al fulmicotone che ricordano da vicino le strutture dei Sadus e dei Death più progressivi, miscelati a porzioni melodiche al gusto di Borknagar e Arcturus.
Sostanzialmente, in tutto questo miscuglio di stili, ciò che emerge è un buon collage che necessita sicuramente di accorgimenti, ma che costituisce un’ottima base di partenza per un futuro roseo. Se i Chaos Plague punteranno su un sound più definito e “rotondo” potranno entrare nel novero delle promesse del death metal nostrano.
Andrea Rodella
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Tracklist:
1 – In Death I Trust
2 – Chirality
3 – Sinner’s Regret
Durata: 17:03 min.
Lineup:
Francesco Patea – Vocals
Simone Fontana – Guitar
Davide Luraghi – Guitar
Matteo Salvestrini – Bass & Backing Vocals
Stefano Tarsitano – Drums